Regia di Gary McKendry vedi scheda film
La notizia piu' bella relativamente a questo film medio e piuttosto godibile e' che non si tratta, come il titolo suggerisce, del remake del bel film di Sam Peckimpah; e questo e' gia' un gran sollievo. Si tratta piuttosto di una storia per certi aspetti affine al bel noir del gran regista de "Il mucchio selvaggio", ma di differente ambientazione e struttura narrativa. Storie di spie anche qui, di killer al soldo di chiunque abbia un conto da regolare e delle somme liquide necessarie per ricompensare un lavoro svolto con la massima lucidita', freddezza e precisione. Finchè un volto innocente di un bimbo, unico superstite dell'ultimo lavoro sporco che vede coinvolto il professionaista Danny, suggerisce al killer (un Jason Statham, sempre uguale ma sempre efficace, il migliore sulla piazza tra i "mercenari" riuniti da Stallone) che si becca a causa di questa esitazione una pallottola in corpo, che e' tempo di cambiare vita e di ritirarsi. Un anno dopo (siamo nel 1980) in uno sperduto paradiso australiano, una lettera comunica a Danny che la latitanza e' finita e un lavoro incombente lo occupera' per un po': L'amico carissimo Hunter (un buon Robert De Niro che sembra si alleni qui in questo set per il nuovo appetitoso ruolo di "Franchie Machine", tratto dallo splendido romanzo di Don Winslow che Michael Mann ha da tempo annunciato e che attendo con ansia fremente fin da troppo tempo) e' stato catturato e per rivederlo vivo bisogna tornare in servizio. Un ricco ed anziano emiro morente, segregato nel desrto in Oman, vuole vendicare la morte violenta di tre dei quattro figli, massacrati tutti da guerre condotte da un Occidente assetato di potere e di petrolio. O Danny gli portera' le prove della eliminazione (che deve sembrare avvenuta per cause naturali o fortuite) degli assassini del figlio, o l'amico morira'. Alle calcagna di Statham un irriducubile Clive Owen, spietato e risoluto capo di un gruppo d'azione dei servizi segreti, guercio da un occhio ma non per questo meno dinamico e determinato, che vuole vederci chiaro sulle morti, apparentemente incidentali, di tre militari impegnati in passato in conflitti in Medio Oriente. L'altro aspetto positivo del film e' la bella ed interessante ambientazione anni '80, accurata e nostalgica, colorata di una fotografia appropriata che ben rende l'idea di quegli anni, con l'azione e gli inseguimenti d'auto che ricordano il meglio del cinema d'azione dei bei tempi, quello delle scene girate da veri stuntmen con belle auto di un'epoca in cui la meccanica suppliva degnamente e con piu' onesta' l'elettronica sfarzosa e ostentata dei nostri giorni.
Il film e' un onesta pellicola d'azione che concede svago e relax per quasi due ore di dinamico divertimento senza troppo dover pensare a far quadrare trame o loschi intrallazzi, caratteristici troppo spesso di spy-stories piu' altisonanti e autoriali, ma spesso inevitabilmente indecifrabili nella loro astrusa complessità. E se e' bello vedere due attori quasi complementari e coetanei (Owen in verita' un po' piu' di serie "A" rispetto al pur funzionale burbero Statham) confrontarsi in scazzottate all'ultimo sangue, alla fine il vero sollievo e' ritrovare un De Niro ancora bello arzillo e vitale dopo troppe opache presenze a cui ci aveva abituato negli ultimi tempi di scellerata onnipresenza troppo poco selettiva per un attore del suo calibro e fama.
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