Trama
Alcuni membri delle forze speciali britanniche muoiono in incidenti apparentemente fortuiti in Oman ma in realtà causati da un commando di spietati assassini mercenari, i Feather Men, con a capo il sanguinario Danny (Jason Statham). Il governo inglese, per evitare che seguano altri omicidi, mette in piedi un gruppo speciale di agenti vigilanti, di cui fa parte anche Spike (Clive Owen), che prima di ritirarsi in pensione ha il compito di proteggere i membri superstiti - come il suo ex mentore Hunter (Robert De Niro) prigioniero del sultano dell'Oman - e di scovare chi si nasconde dietro i delitti.
Approfondimento
UN ROMANZO CONTROVERSO
Nel 1991 Sir Ranulph Fiennes pubblica The Feather Men, un romanzo semi-autobiografico in cui racconta episodi di cui è stato testimone negli anni di carriera tra le file dell'esercito inglese e dei servizi segreti. Sin da subito, il regista Gary McKendry ne intuisce le potenzialità e manifesta l'idea di trarne un buon film d'azione, i cui personaggi - essendo persone realmente esistite - sono delinati da caratteri sfaccettati e psicologie complesse. Prima di poter cominciare a lavorare sul progetto, McKendry è costretto ad aspettare sette anni a causa del polverone di polemiche che il libro solleva in Gran Bretagna, dove ci si chiede quanto di vero o di finto Fiennes abbia raccontato per far leva sull'opinione pubblica.
Nato nel 1944 e istruito nel college di Eton, Fiennes presta servizio presso i Royal Scots Greys, prima di entrare a far parte della SAS (Special Air Service, l'elitaria forza speciale del Regno unito) e divenire il più giovane capitano dell'esercito britannico. Nel 1968, viene arruolato dall'esercito del Sultano dell'Oman, dove si ritrova spesso in prima linea in numerose spedizioni grazie alle quali nel 1970 è insignito dalla Medaglia al Valore. Indagando a fondo sull'operato della Gran Bretagna, scopre dell'esistenza di una società segreta, composta da ex ufficiali della SAS e il cui compito è quello di proteggere tutti i membri, in pensione o ancora in servizio, della stessa SAS. Poiché la scoperta sconvolge in primo luogo anche lui, che della SAS ha fatto parte, Fiennes decide di rivelare all'intera nazione dell'esistenza dei Feather Men, sul cui modus agendi c'è più di qualche dubbio. Fiennes, infatti, descrive i Feather Men come uomini disposti a tutto pur di proteggersi l'uno con l'altro, ricorrendo anche all'occultamento di prove evidenti contro i crimini commessi dai soldati della SAS. Inoltre, svela anche alcuni dettagli sull'operato di questi ultimi durante la guerra dell'Oma, anche se il governo inglese si è poi affrettato a dichiarare che si tratta di puri elementi di fantasia che non trovano riscontro nei documenti ufficiali.
Con l'impossibilità di discernere cosa sia reale e cosa sia finzione, McKendry e lo scrittore australiano Matt Sherring hanno deciso allora di non approfondire il contesto storico in cui la vicenda è immersa ma si sono concentrati maggiormente sugli aspetti emotivi e sulle grandi scene d'azione, condensando i 17 anni di storia raccontati nel romanzo e tagliando il numero di personaggi coinvolti.
AZIONE ED EMOZIONE
Per ricreare i dettagli del mondo dei SAS, così complesso, segreto e regolato, il regista e gli attori hanno necessitato della consulenza di un gruppo di esperti. Clive Owen ha, ad esempio, incontrato un consulente SAS, in servizio da 25 anni, che gli spiegato quanto complicato sia entrare all'interno del corpo speciale e quanto difficile si riveli rimanere a farne parte, a causa del duro allenamento fisico a cui gli agenti sono sottoposti. Per avere prospettive differenti sulle modalità d'azione dei SAS, inoltre, Gary McKendry ha chiesto anche il parere di alcuni Navy Seals in modo da evidenziare le differenze d'intervento ed evitare il rischio di mostrare qualcosa di già visto o sbagliato. Avendo tra le mani personaggi realmente esistiti, il regista lega le scene d'azione con temi profondamente umani come l'appartenenza a un gruppo (o a una nazione), la perdita, la redenzione e il desiderio di straordinarietà e, per questo motivo, i personaggi di Killer Elite, pur puntando sulla fisicità, sono descritti come incredibilmente intelligenti e chiamati a un grande sacrificio emotivo. Di conseguenza, pochissime sono le scene interpretate dagli stuntmen: a differenza della maggior parte dei film d'azione, tutti gli attori - compreso Robert De Niro - sono impegnati nelle scene di combattimento e restituiscono con i loro volti qualcosa che trasudi emozione e credibilità.
ZOOM SUGLI ANNI OTTANTA
Poiché la storia si svolge negli anni Ottanta, il regista ha dovuto prestare particolare attenzione durante le riprese per evitare che elementi moderni finissero all'interno delle inquadrature. Rinunciando a molte vedute aeree o a piani allargati, McKendry ha optato per riprese più intime, realizzate con l'uso della camera a mano e il ricorso a piani corti e zoom sui protagonisti. Per sottolineare ancora di più il contesto temporale, anche gli abiti di scena sono stati scelti con dovizia facendo attenzione a un particolare non di poco conto: nonostante fossero gli anni Ottanta, i SAS indossavano ancora divise risalenti agli anni Settanta, periodo in cui erano stati formati. Da ciò, deriva anche la scelta di far portare ai protagonisti abiti, trucco e pettinature, che in qualche modo fossero riconducibili alla moda punk o new wave di quel decennio.
La maggior parte delle riprese ha avuto luogo nelle vicinanze di Victoria, in Australia, ma per varie scene il set si è spostato in giro per il mondo, toccando città come Parigi e Londra e Paesi mediorientali come la Giordania e l'Oman. Per marcare le differenze con mondi non familiari, McKendry ha rappresentato ogni luogo con una fotografia differente, puntando su descrizioni lontane dai cliché e strettamente connesse con il carico di valori che ogni luogo ha all'interno della storia.
Note
La sceneggiatura di Sherring gioca per accumulo di pedinamenti, false piste identitarie e doppiogiochismi, delineando un panorama internazionale del complotto al cui centro agiscono Danny /Statham il mercenario e Spike/Owen il ripulitore, “stimati rivali” come De Niro e Pacino prima di loro in Heat. La sfida. La “grana” è grossa nel racconto come nella messa in scena: dai quasi 70 milioni di budget, era lecito aspettarsi una fotografia migliore di quella “aperta” e virata al blu realizzata da Simon Duggan. In questa bulimia di proiettili e inseguimenti a vincere sono gli attori, a conferma che l’action è, prima di tutto, un fatto di facce giuste. E dure.
Trailer
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Commenti (9) vedi tutti
Buon film d'azione, ben recitato e ben diretto. Manca però quel qualcosa in più per riuscire ad appassionare.
commento di ClochardNon è Peckinpah ma non è per niente da buttare via. Poi, Yvonne è bella come la Sciò. Oh oh!
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoirUna cagata pazzesca,trama credibile quanto una moneta da tre euro,De Niro in caduta verticale verso il baratro,Statham sempre ripetitivo e brutta copia di Van Damme una volta di più’.
commento di MARPESSATO61Molta azione, ma poca sostanza: la spy-story è relegata ai margini, pur essendo una storia vera-verosimile; la regia supplisce alla fragilità della trama con un buon action-timing. Statham decisamente fuori ruolo, carina l'unica donna, e c'è un cameo per i conoscitori di sci-fi. Voto 6.
commento di ezzo2430% sparatorie,30% scazzottate,30% inseguimenti con incidenti e 10% chiacchiere. Ma il tutto già visto...e anche molto meglio!
commento di marco biUn'insopportabile americanata. Voto: 1
commento di AntofroncyUno sviluppo intricato quanto basta per rendere la trama avvincente e carica di colpi di scena, prevedibili ma ben ingegnati. E un cast che gira tanto bene. Un action vero da cui non si pretende niente di più di quello che dà. Due ore appassionanti davanti allo schermo. Voto:7
commento di slim spaccabeccoSempre i soliti incavolati neri (oltre che del Protagonista anche dell'arrabbiatura degli Interpreti …) nel solito Film d'Azione spesso deja-vu'.voto.0.
commento di chribio1Filmetto insulso che si "capisce", valuta e abbandona dopo dieci minuti.
commento di Tex Murphy