Regia di Tarsem Singh vedi scheda film
Negli ultimi anni si è formata una gran calca nel settore (fantasy) mitologico con un gran numero di grosse produzione a sfidarsi spesso con risultati più brillanti al botteghino che per qualità del progetto.
In questo contesto un ruolo di spicco lo assume senza dubbio questo “Immortals” che pur avendo dei difetti oggettivi, e che potevano anche essere limati meglio, presenta anche una visione estetica ricca e per larghi tratti stupefacente, d’altronde il regista indiano Tarsem Singh ha quasi sempre dimostrato di saper dipingere le sue scene oltre che girarle.
La Grecia è messa a ferro e fuoco dal sanguinario Re Iperione (Mickey Rourke) che ha l’obiettivo ultimo di risvegliare i titani per conquistare tutto il conquistabile ed assogettare a lui tutti i popoli.
Toccherà a un semplice uomo, Teseo (Henry Cavill), ostacolarlo, aiutato, ma solo con consigli dall’alto e sotto mentite spoglie, da Zeus (Luke Evans) e da una veggente (Freida Pinto).
Tarsem Singh riesce a riscattare una sceneggiatura lacunosa, e condita da alcuni dialoghi/discorsi altisonanti e pure un po’ vacui, immergendo il pubblico in una visione estetica lussureggiante in grado di valorizzare e scolpire nel subconscio svariati scenari, ristretti o ampi che siano, con un’attenzione spasmodica del dettaglio, dello sfondo e di ciò che invece si trova in rilievo.
Scelte in grado di far rimanere ad occhi spalancati e che non si dimenticano facilmente, poi però c’è anche il resto e qui troviamo cose interessanti, ma anche altre dimenticabili se non proprio da cestinare.
Così il linguaggio altisonante e serioso non trova poi riscontro (ne fiera giustificazione) nei meandri del racconto, vi è un’enfatizzazione forse un po’ eccessiva di certi passaggi, un po’ di superficialità nel legare sezioni diverse, ma poi la battaglia finale sa essere spettacolare (e nuovamente cesellata con un’abilità espressiva notevole pur su dinamiche ordinarie) e Mickey Rourke sa delineare un villain come non gli riesce spesso nonostante le occasioni non gli manchino affatto.
Dunque “Immortals” non sarà un film da “immortalare” (scusate il gioco di parole) come pietra miliare, ma riesce ad abbinare uno spettacolo di massa ad attributi più alti quanto evidenti per un buon risultato complessivo, nonostante qualche difetto e ingenuità.
Cinema dipinto oltre che girato.
Non gli interessa quasi per niente la trama, che in fondo è spiccia e consuetudinaria, ma sul resto compie un grandissimo lavoro, confermandosi regista più unico che raro.
Chissà che un giorno non riesca a trovare soggetti più creativi anche nello script (ne verrebbero fuori film da leccarsi i baffi), intanto già così rimane un gran bel vedere.
Protagonista tutt'altro che eccelso, ma fa comunque meglio di altri suoi colleghi calati in parti del genere (vedi per esempio Sam Worthington).
Insomma più temperamento (tanto) che classe pura (poca).
Più che sufficiente.
Bella musa.
Ruolo semplice, lei però è piuttosto efficace.
Più che sufficiente.
Negli ultimi anni, quelli dopo la sua resurrezione cinematografica, ha avuto parecchi ruoli da "villain" non sempre all'altezza.
Ebbene questo è uno dei migliori e riesce a valorizzarlo come si deve.
Discreto.
Piccola parte nella quale non può incidere.
Sufficiente.
Un pò troppo "fighetto" come Poseidone.
Sufficiente al pelo.
In questo caso, è nella parte di Atena, essere molto bella è più funzionale.
In ogni caso non si tratta di un gran ruolo.
Sufficiente.
Nei panni di Zeus.
Discutibile la gestione del personaggio, lui tutto sommato se la cava.
Sufficiente.
Comprimario che non lascia il segno, ma che fa il suo "sporco" lavoro (che poi di più non sarebbe stato comunque in grado di fare).
Sufficiente.
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