Regia di Tarsem Singh vedi scheda film
Rielaborazione piuttosto libera del mito di Teseo e della guerra di Re Iperione contro Dei che più umani non si può. Materiale da blockbuster patinato stile "Troy" o "Clash of the Titans" se non fosse che dietro la macchina da presa troviamo Tarsem Singh, regista di origini indiane, celebre sin dall'esordio (The Cell) per un personalissimo stile di messa in scena sempre piuttosto estremo. Sontuoso, barocco, arzigogolato a livelli maniacali, follemente attento al dettaglio, contaminato da un gusto quasi pittorico sia nella composizione dell'inquadratura che nell'utilizzo dei contrasti cromatici nell'allestimento di scenografie e costumi. In mano sua, "Immortals" acquista un valore visivo che è impossibile ignorare. Per molti potrà forse risultare eccessivo e pacchiano, un costoso artificio per distrarre lo spettatore da un soggetto piuttosto debole. Lecito,eppure non si può rimanere indifferenti di fronte a certe sequenze ubriacanti che vorticano fra panoramiche impossibili e primi piani invasivi. Un esercizio di stile? La perplessità ed il dubbio imperano ma le immagini ubriacano e alla fine si cade nel più esteta dei tranelli. Tarsem, nel bene o nel male, lascia un segno del suo passaggio e nonostante il suo film annoveri più di un debito nei confronti di un'altra pellicola parecchio chiacchierata - quel "300" con il quale condivide la scelta di castinganabolizzato e quei compiaciutissimi combattimenti al rallentatore - "Immortals" possiede un altro paio di argomentazioni interessanti: una è l'oracolo "vergine" di Freida Pinto e l'altra è il villain di Mickey Rourke, un bestione implacabile che divora la scena.
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