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Immortals

Regia di Tarsem Singh vedi scheda film

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La recensione su Immortals

di M Valdemar
2 stelle

Il mortale Tarsem Singh avrà scatenato le ire degli dei dell’olimpo cinematografico con questo film. Spregevole e ridicolo in ogni sua nervatura, piega, cellula. Quando si pensa che le immonde vette dell’insalubre sudiciume siano già state raggiunte, si è lontani dal vero, oh se si è lontani!
Evidentemente il mortale (ma afflitto da manie di grandezza) regista pensava bastasse citare Socrate ("tutte le anime degli uomini sono immortali, ma le anime dei giusti sono immortali e divine") per garantirsi un comodo lasciapassare a tutte le atrocità e sciocchezze ostentate senza soluzione di continuità. E senza ritegno alcuno.
La Grecia non sta attraversando un bel periodo, è tristemente noto, ma avrebbe il sacrosanto diritto di dichiarare guerra a Hollywood e a tutti i suoi soldatini signorsì privi di palle e talento. La mitologia ellenica è “solo” un’inesauribile fonte da cui attingere ignominiosamente per realizzare l’ennesima idiozia filmica, infarcita funestamente (come un hamburger da infarto) con effetti speciali, muscoli, scenografie mastodontiche (e fintissime!), battute e dialoghi penosi, musiche roboanti, ritmo incessante, interpretazioni grossolane, ideologie spicce a buon mercato (dove si sente il fetore del pesce imputridito) e chi più ne ha più ne metta. Ma anche no. Abbiate pietà.
La crudezza e la violenza di certe scene, con teste mozzate di netto e sangue che sgorga a fiumi e schizza ovunque, disgustano ma non impressionano, perché disinnescate all’impianto da possenti strati di digitalizzazione che rendono tutto falso, palesemente falso. E Singh non si salva certo con qualche guizzo cromatico e visivo, forse memore del precedente, interessante The Fall.
La sceneggiatura, a firma “sospetta” di tali Vlas e Charley Parlapanides (della serie: il nemico s’annida tra le propria gente), grida vendetta - più di quanto ne giura Teseo che vede la madre sgozzata dal tronfio Iperione - per quanto è stolta e insulsa, con dei vuoti e incongruenze vasti quanto il debito greco. C’erano molta più onestà e correttezza (ma anche divertimento) nel cartone animato di Pollon! Autentico mito, quello sì, con uno Zeus irresistibile farfallone.
Qua il padre degli dei è un deficiente che brandisce potenti catene come Andromeda ne I Cavalieri dello Zodiaco, con le giovini fattezze dell’ombroso ma incapace Luke Evans (già Aramis nel recentissimo, inutile I Tre Moschettieri - complimenti!). Quando indossa le divine dorate vesti. Già, perché siccome è un genio, s’aggira furtivo e felpato tra gli umani mortali con il corpo del grande John Hurt, per plasmare il semidio semiscemo semipompato Teseo, “interpretato” dal futuro Superman Henry Cavill. Sul quale è cosa buona e giusta stendere un velo pietoso. Forse, dato il fisico bestiale, dovrebbe fare una delle tartarughe ninja. Tra gli altri attori da segnalare Isabel Lucas (per meri meriti estetici) nel ruolo di Atena, che in teoria sarebbe la dea della guerra, ma pare tutt’al più una sexysoldatessa alle grandi manovre. Poi, il cattivo, Mickey Rourke (Iperione): non si può non volere bene a quest’uomo, può fare quello che vuole, ma diamine, buttarsi così! Inutile dire che comunque il tifo era tutto per lui, ma è sempre sfigato! L’unico veramente funzionale è il bravo Stephen Dorff; peccato che il suo personaggio, un ladro, diventi presto (e insensatamente) il servetto di Teseo, e naturalmente si sacrifica per la causa. In ultimo, Freida Pinto (l’oracolo, sacerdotessa, vergine Fedra): come attrice non vale molto ma è bellissima e sensuale, magnetica (il nudo non è suo, ma non importa). Un volto incantevole da destinare all’immortalità.
Dulcis in fundo, il finale, come è ormai misera consuetudine, lascia intendere un possibile seguito.
La stupidità è decisamente immortale.

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