Regia di Tarsem Singh vedi scheda film
Grecia, oltre 3000 anni fa. La lotta tra gli immortali ha visto trionfare gli Dei sui Titani; questi ultimi vengono quindi imprigionati per l’eternità nel ventre della terra, nel Tartaro. Re Iperione, per vendicarsi dell’indifferenza degli olimpici, cerca di liberarli impossessandosi di un’arma mitica: l’arco di Epiro.
Il regista indiano si confronta con un famoso personaggio dell’immensa bibliografia mitologica greca, Teseo, per realizzare un film solo concettualmente ad essa ispirata; molte sono, infatti, le licenze e le libertà rispetto al canovaccio leggendario tramandato nei millenni fino a noi. Non che questo sia un difetto, ma Tarsem adatta la storia secondo un trend “modernista” e umanista, rappresentando umani troppo teologicamente agnostici e divinità, di solito tratteggiate come molto capricciose ed invasive, vagheggianti di libero arbitrio e autodeterminazione dei popoli. Queste ultime, poi, ci vengono mostrate depotenziate e mortali, meri scintillanti e digrignanti simulacri da videogame (“God of War” docet), in cristallizzate e irose pose plastiche al rallentatore. Il famoso scontro tra Teseo ed il Minotauro viene banalizzato in un duro e sanguinario veloce combattimento in un anonimo (insospettabile) labirinto – santuario, apparentemente senza alcuna valenza nell’impianto della storia raccontata. Il film appare in definitiva come un fantasy-peplum dagli snodi narrativi non scontatissimi, ma eccessivamente falsati dalla predominante e fagocitante scelta visiva di rendere digitalmente iperrealistico ogni colore, dando una seccante sensazione di posticcio; non si raggiungono le vette negative di un Pitof (il pessimo e fastidioso “Vidocq”) ma neanche si riesce a coinvolgere lo spettatore con paesaggi ed ambientazioni da “desktop” del computer. Lo spettacolo, va detto, si mantiene comunque su livelli dignitosi, superiore ad altre pellicole coeve di argomento similare, dell’ultimo periodo, e permette una spensierata fruizione delle molte scene di combattimenti all’arma bianca (alcune anche ben coreografate), nonché di ammirare un cattivissimo Mickey Rourke gigioneggiare nei panni antagonisti di Iperione (con sufficiente verve che comunque annichilisce la prova dell’anonimo protagonista).
Fantasiosa.
Quasi sufficiente.
Non memorabile
Melliflua.
Spietato.
Sottoutilizzato.
Gonfio.
Castrato.
Leggiadra.
Depotenziato.
Scorbutico.
Mascherato.
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