Regia di Andrew Niccol vedi scheda film
"In Time" impatta con tutto il disprezzo e la franchezza di un nucleo ideale.
In termini figurativi, la metafora di un film ha un margine di vicinanza/lontananza dall'oggetto reale che imita in modo creativo. Ci sono opere che costruiscono la propria struttura su una miriade di dettagli, e alcune sfociano nel simbolico. In Time non è una di queste. La sua prossimità al mondo reale e contemporaneo è pressochè totale, a parte la piega originale che condiziona l'intera umanità. L'equazione tempo=valuta non ha cambiato i gusti, le attitudini, e neanche l'ingiustizia, la divisione di classe; attraverso la sua limpidezza possiamo vedere cosa, per l'autore, sia ingiusto, ma anche straordinariamente reale, e soprattutto in un futuro tutt'altro che remoto.
E ancora. Una passeggiata nel ghetto non risparmia nessuno, dalla prostituzione dilagante, all'alcolismo, la criminalità 'regolarizzata', l'usura al banco dei pegni e i ricatti fra poveri: non abbiamo di fronte ritratti propagandistici o furbetti, ma una disamina del quotidiano. Di un mondo che, per Niccol, si potrebbe notare anche uscendo di casa o dai 'quartieri protetti'.
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