Regia di Andrew Niccol vedi scheda film
Di Andrew Niccol ho amato cosi' tanto il futuristico-vintage Gattaca e mi ha intrigato a tal punto il bizzarro S1mone che, nonostante la delusione di Lord of war (dove si salva solo l'eccellente ottimo incipit incentrato sulla vita di una pallottola prima di conficcarsi nel corpo umano), aspettavo con trepidazione il momento del riscatto. Che purtroppo non e' avvenuto, anche se questo ultimo film ha le caratteristiche (almeno teoriche) per intrigare, quanto a trama e a situazioni che possono in qualche modo avvicinarlo, almeno come genere, al bell'esordio del '98.
In un futuro imprecisato la moneta corrente di ogni scambio e' il tempo: gli uomini hanno imparato a modificare i dogmi della genetica e a fermare l'invecchiamento cellulare all'eta' di 25 anni. Chi ha i soldi per pagare puo' vivere anche per sempre, chi invece non li ha, allo scadere dei secondi che lo portano alla ricorrenza cessa inesorabilmente di vivere.
Il nostro protagonista e' Will, un operaio che si sforza di guadagnare abbastanza per far sopravvivere se stesso (da tre anni ha superato i 25) e la madre (la splendida Olivia Wilde la cui parte nel film finisce troppo presto ma la cui presenza offusca cio' nonostante ogni altra immagine).
Esasperato dalla fine prematura della madre, Will si ribella e, presa in ostaggio la figlia del magnate che ha in mano la tecnologia che permette di gestire il tempo da vivere, fugge cercando una via per porre fine a queste ingiuste regole, rese ancor piu' spietate dalla corruzione dilagante tra le forze dell'ordine (i guardiani del tempo) e memore delle gesta del proprio padre, eroe defunto per la causa, una sorta di Robin Hood che dispensava ai poveri il tempo necessario per farli vivere, sottraendolo a chi poteva permettersi di averne in eccedenza.
Insomma un bel pastrocchio, con Amanda Seyfried che viene sotterrata dall'avvenenza (pur effimera, vista la scarna parte) della Wilde, e che si limita a correre per tutto il film con dei tacchi da 12 e un ridicolo caschetto alla "Caselli" anni '60.
Justin Timberlake non e' ancora pronto e maturo per ruoli action da protagonista e il resto del cast, giovane per esigenze di copione, appare generalmente acerbo e poco efficace, con l'eccezione di un Cillian Murphy dall'occhio sempre piu' ceruleo, qui in un insolito ruolo negativo e da duro.
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