Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
Rhoda (Britt Marling, anche sceneggiatrice), brillante studentessa del Mit di Boston ed esperta astrofisica, scopre l’esistenza di un pianeta speculare alla Terra. Solo che guidando a testa in su provoca la morte, in un incidente stradale, di una donna (incinta) e di suo figlio. Quando esce di galera l’esistenza di una replica esatta della Terra, con i nostri doppioni, è ormai assodata. La scienziata torna a riveder le stelle, vorrebbe partire per il pianeta con la prima spedizione e nel frattempo, in incognito, cerca una difficile redenzione lavorando per il vedovo, nonché padre, delle sue vittime. Da maneggiare con cura la fantascienza filosofica, perché c’è sempre qualcuno che ti ha preceduto. Non tanto Lars von Trier con Melancholia (Another Earth è stato girato prima) quanto Andrew Niccol, Tarkovskij e, perché no, Duncan Jones. La figura della protagonista è molto ben delineata, il suo percorso esistenziale non è pero dei più originali. Il problema di questa tipologia di science fiction colta è spesso la mancanza di “trippa”: non c’è un approccio viscerale al fantastico, che diventa il mezzo e non un fine del racconto psicologico. Per carità, niente di male, anzi, c’è chi apprezza. Però, per restare a un soggetto simile, noi preferiamo ricordare una vecchia puntata di Spazio 1999 (intitolata Un altro tempo, un altro luogo), dove si scopriva un doppione alternativo della Luna e nessuno aveva le paturnie.
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