Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
3 stelle per questo bel film, molto originale e intenso mi sembrano davvero poche. Non conoscevo questa pellicola, ma incuriosita da alcune recensioni lette qui, ero decisa a vederlo e così ho fatto.
Devo dire che la visione mi ha completamente soddisfatto, oltre che sorpreso positivamente; il fantastico è ridotto ai minimi termini, - un pianeta gemello del nostro che compare all'improvviso vicino alla luna, Terra 2 - in realtà, è solo un pretesto per affrontare tematiche più complesse e difficili, e domande esistenziali che riguardano noi stessi, il nostro rapporto col senso di colpa derivato dai nostri sbagli.
Così accade a Rhonda, una giovane donna che dopo 4 anni di prigione per aver quasi sterminato una famiglia in un terribile incidente stradale, esce dal carcere oppressa dal rimorso e apparentemente sconfitta dalla vita che pare negarle altre possibilità.
Rhonda fa la bidella in una scuola e vaga raminga per le strade, accompagnata solo dalla sua solitudine e ogni tanto solleva gli occhi al cielo ad osservare il pianeta gemello/speculare, che rappresenta idealmente un' altra possibilità, forse il riscatto dalla colpa, dove potrebbe esserci qualcuno che è come noi, la nostra immagine uguale, eppure contraria, con cui confrontarsi. (L' immagine che ci restituisce lo specchio, in realtà non è la nostra copia esatta.)
La giovane nella sua ricerca di perdono, riuscirà a rintracciare il sopravvissuto, il musicista uscito dal coma che ha perso la moglie e un bambino, ma bloccata dalla paura, senza rivelare la sua identità, si offrirà di pulirgli la casa, un caos che rappresenta bene il malessere e il dolore di un uomo che vive d' inerzia e senza apparente ragione.
Così due solitudini finiranno per trovarsi ed aprirsi, tanto che Rhonda s' innamorerà di lui.
E sarà sempre lei a vincere il concorso per un viaggio su Terra 2, concretizzando la speranza di un riscatto a cui Rhonda saprà rinunciare per amore.
E' un film intimista che tocca le nostre inquietudini, che non ha bisogno di urlare o strepitare, perchè è nel silenzio che si esprime, attraverso le domande su noi stessi che salgono dal profondo.
La fotografia mi è piaciuta tantissimo, i colori sono essenzialmente freddi e la luce è liquida, le scene essenziali e minimaliste, i dialoghi sono ridotti al minimo e la protagonista è davvero struggente e intensa, bellissima e sobria nella sua malinconia. Con poco traspare la sofferenza silenziosa di questo personaggio, così quella dell' uomo che a tratti appare solo un poco più drammatica.
Il finale è quasi un colpo di scena inaspettato, aperto a mille altre domande che restano inespresse, ma forse attendono solo di poter uscire.
Un inno alla speranza, veramente molto bello.
Lo consiglio sinceramente.
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