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Another Earth

Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film

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La recensione su Another Earth

di Stuntman Miglio
8 stelle

Un'altra Terra. Terra-Due, la chiamano. È comparsa in cielo la notte in cui è cambiato tutto.
Per osservarla fuori dal finestrino, Rhoda si è schiantata contro un'intera famiglia. Sterminandola.
Incoscienza imperdonabile. Fine della vita così come l'avevi immaginata, programmata.
Quattro anni dopo, il pianeta gemello è sempre più vicino e l'umanità scalpita per un contatto. Anche Rhoda, appena uscita dal carcere ed annientata dal senso di colpa, guarda allo spazio come all'unico modo per ricominciare.
Poi incontra John, unico sopravvissuto alla strage di quella notte, ed inizia ad occuparsi di lui nella speranza di placare il tormento dei rimorsi.
Sci-fi da Sundance ma anche un esordio con i controfiocchi ad opera di un tandem interessante composto dai talentuosi Mike Cahill e Brit Marling. Scritto da entrambi ma diretto da lui ed interpretato da lei, "Another Earth" non è un film per il quale gridare al miracolo ma è comunque un'esperienza visiva notevole. Una riflessione su redenzione e perdono non banale, integrata con gusto e misura ad un contesto più astratto che comprende mondi paralleli, proiezioni di noi stessi e perché no? Insperate seconde occasioni. Girato in un digitale che non lascia spazio a virtuosismi di alcun tipo - gli stessi effetti speciali sono realmente ridotti all'osso - il film si concentra soprattutto sul dramma interiore della ragazza, senza bisogno di troppe parole o battute ma seguendo quasi incessantemente la sofferta e trascinante prova della sua protagonista in un crescendo d'intensità. Fantascienza esistenziale; scelta un po' di comodo, magari, ma ben orchestrata e lontana da facili moralismi o da pericolose derive mistico-religiose. Il racconto sul cosmonauta russo, per esempio, oltre ad essere un bel momento della pellicola, fornisce la chiave di volta per comprendere appieno buona parte della filosofia del film. Un intelligente prodotto d'intrattenimento, solido, meno irrazionale di quanto possa sembrare, ben montato dallo stesso regista e dotato di un'essenziale colonna sonora originale firmata Fall on your sword. Le carte in regola per il piccolo cult low budget ci sono tutte, compreso un bel finale ad effetto che pare suggerire nuovi incontri ravvicinati. Ma con le proprie scelte.

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