Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
Impropriamente accostato a Melancholia, Another earth anzichè costruito sulla risoluzione finale di grandi tematiche che Von Trier ha trattato nel suo lavoro, è strutturato sull’asse immaginario che unisce due pianeti, il nostro e Terra 2, un misterioso pianeta uguale alla terra che si sta avvicinando inesorabilmente a noi. Su questo tracciato ideale il regista Mike Cahill cerca di fare incontrare il dolore di due persone. Rhoda promettente liceale, dopo una festa è alla guida dell’auto, e osserva affascinata Terra 2 ancora lontano, travolge un’altra macchina in sosta uccidendo quasi tutta la famiglia che la occupava. Dopo quattro anni di carcere, esce e ritrova l’unico sopravvissuto, il capofamiglia John ed entra con uno stratagemma nella sua vita. Il regista Cahill riesce a tenere equidistante il rimorso e il senso di colpa di Rhoda con il dolore e lo straziante vissuto di John, fornendo ai due personaggi una cornice emotiva intensa e coinvolgente, di notevole spessore dilatata in pochi gesti, dialoghi frammentati, e silenzi prolungati ma espressivi. Desiderosi di trovare il loro posto nel mondo, o in quello nuovo di Terra 2, i protagonisti crescono con l’aumentare della loro struttura psicologica interiore, e con lo sviluppo degli eventi arriveranno ad un vero e proprio confronto. Miscelando lo stile linguistico del cosiddetto cinema indipendente a basso costo, con tempi non troppo frenetici, camera a mano, codici visivi forti e la saturazione del colore (come se riguardasse l’essenza del vecchio pianeta incapace di metabolizzare niente altro di umano), Cahill tiene viva l’attenzione, non cade nel patetico ed evita il più prevedibile dei finali. Gli echi di fantascienza sono secondari e non del tutto efficaci e si dimostrano la parte più debole del film. In evidenza resta il percorso interno di Rhoda, interpretata da una brava Brit Marling al suo esordio nel cinema, capace di trasmettere tutta la maturazione del suo personaggio, desideroso di espiazione quanto poi consapevole del proprio ruolo e del posto in cui le spetta vivere. Cahill si destreggia fra analogie e differenze, orchestrando una buona sceneggiatura. Rhoda si iscrive ad un concorso per terrestri da sbarcare su Terra 2, con l’evidente desiderio di fuggire la realtà e di cominciarne una nuova, dalla quale si presume non si tornerà mai più indietro. Dopo il carcere torna al liceo, per lavorare come addetta alle pulizie, di fatto già ponendosi in un’altra dimensione rispetto al mondo in cui viveva. John, è un uomo lacerato, distrutto, vive la colpa di essere sopravvissuto e non potrà mai rappacificarsi con sé stesso se non nel modo che scoprirà attraverso il rapporto con Rhoda. Proprio quando sarà tangibilmente vicino il dolore di entrambi e sarebbe possibile una qualche forma di mediazione, il regista non perde lucidità, non confonde le parti e mette ognuno al proprio posto negando ogni compiacenza con lo spettatore. Film destinato all’invisibilità in sala, premiato al Sundance festival 2011.
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