Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
Un po’ frusto e sciupato l’argomento del doppio di sé. Mike Cahill prova a vestirlo d’astronomia fantastica, vi aggiunge un po’ di sensi di colpa da sedare, la storia d’amore che serve sempre a fare da cappello. Ma la sua regia è confusionaria ed incerta (quelle zummate a scatti sono insopportabili), la musicalità (non solo del sonoro) è fuori dalle righe, i suoi personaggi non sono per niente coinvolgenti.
A riparazione di ciò, l’indovinata figura (si può dire dato il conteso: marziana) dell’inserviente indiano che si procura cecità e sordità da se stesso, ed un sottofinale che, via, può anche non dispiacere. L’ultima, ultimissima inquadratura, invece, ci riporta coi piedi sulla Prima Terra.
Film dimenticabile.
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