Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Un film dissacrante, beffardo e sottilmente crudele, in cui Polanski, coerente con la sua poetica, mette a nudo la società contemporanea criticandone il finto buonismo ed i futili ideali perbenisti con un umorismo graffiante e sardonico. Il virtuosismo della cinepresa cattura perfettamente le sfumature dei 4 straordinari interpreti. Voto 8,5.
Dopo un colpo di coda notevole con L’uomo nell’ombra(Orso d’Argento a Berlino) Roman Polanski, coerente con la sua poetica, si ispira all’opera teatrale Il dio del massacro di Yasmina Reza, traendone un film meravigliosamente dissacrante e beffardo, in cui mette a nudo la società americana criticandone il finto buonismo ed i futili ideali perbenisti su cui si poggia, oltre che mostrandone tutte le enormi contraddizioni e le debolezze con una schiettezza ammirevole e spiazzante. La critica sociale però, oltre ad estendersi a tutta la società contemporanea, si traduce in una profonda riflessione sulla natura violenta dell’uomo nonché sulla sua incapacità di comunicare attraverso il dialogo, elementi perfettamente raccontati da Polanski, grande autore del cinema internazionale che si è sempre occupato di sviscerare, con umorismo sardonico quanto sottilmente crudele, gli istinti più oscuri ed imprevedibili dell’essere umano. La complessità tematica non soppianta, comunque, la perfezione formale dei virtuosismi di cinepresa, che catturano perfettamente le innumerevoli sfumature di un quartetto di interpreti decisamente straordinario, superiore ad ogni elogio. In conclusione, un film assolutamente geniale, tra i migliori di Roman Polanski.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta