Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Carnage ha la struttura di una poesia, pur senza averne la musicalità. E' un tentativo malriuscito di trasporre in dramma (teatrale più che cinematografico) un manuale di psicologia. La struttura appare fin da subito scontata, il gioco delle parti è annunciato e persino prevedibile e gli attori hanno buon mestiere nel mettere in mostra tutto ciò che hanno imparato sull'espressività e la psicologia dei personaggi ma ciò che ne segue è forzato e spesso sopra le righe. La Winslet e la Foster giocano a fare le ubriache in maniera vagamente patetica, per poi concedersi momenti d'ira e d'ilarità che non sempre sono resi con efficacia. E' tutto il contesto ad essere forzato, quattro persone che vivono travagli psicologici probabilmente troppo articolati per il breve arco temporale in cui si svolgono, rapporti inizialmente troppo affettati e di colpo troppo confidenziali e tutto il pretesto per stare insieme si riduce infine ad una lite tra ragazzini. Non è un dialogo reale quello che avviene e non è nemmeno troppo verosimile ma è sicuramente utile a Polanski per intessere la sua trama articolata ed a tratti confusionaria. Un pastrocchio di giochi psicologici che innegabilmente ha i suoi momenti di forza ma scade inesorabilmente in un gioco di prestigio fine a se stesso. Potrà piacere a chi ama immergersi nei giochi di potere quotidiani, nei delicati equilibri sociali che intervengono fuori e dentro l'ambiente domestico (e qui, il tutto viene condensato efficacemente in un solo luogo) ma onestamente lo sconsiglio a tutti gli altri. E', come detto, più un'opera teatrale e come tale può venire a noia ai palati meno avvezzi alle stesse.
Non male, sicuramente il personaggio più simpatico nella sua indisponenza.
Più brava della Foster ma anche lei ha i suoi momenti di stanca.
Francamente forza la mano in più occasioni ed a tratti sembra persino stanca e desiderosa di fare al più presto l'ultimo ciak.
Bravo.
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