Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Ognuno ha il suo posto, il suo oggetto, che lo identifica meglio, lo rappresenta, lo sente “solo suo”.
La scatola di sigari.
Il mazzo di tulipani freschi.
Un cellulare.
La borsetta.
Un rossetto.
Un libro d'arte.
Un scotch scozzese.
Un maglione di puro cotone.
Un criceto in gabbia.
Una torta di pere e mele.
Un asciugacapelli.
Il criceto di Michael e Penelope non ha trovato il posto giusto nella loro casa, per questo è stato abbandonato “alla natura”, senza troppo pensiero.
Ma andiamo per ordine. Questo è un film dove gli oggetti perdono piano piano il valore che i protagonisti gli avevano dato, in modo prepotente, caricandoli di un significato in maniera esagerata. Così quando come per un incantesimo le due coppie di genitori, si trovano costretti a dover passare qualche ora nella stessa stanza, dove per magia tutti questi oggetti sono racchiusi, il livello di tensione si alza sopra le misure, e gli oggetti-simboli del benessere dei quattro protagonisti, cominciano ad esplodere, o a sparire o a disintegrarsi....o peggio ancora, cominciano a perdere di significato.
Io ho visto così questo bellissimo nuovo film di Polanski, che mi ha divertito molto, sorprendendomi, nonostante ne avessi letto già tanto prima di vederlo.
Penelope-Micheal e Alan-Nancy sono due coppie di coniugi-genitori che si ritrovano per chiarire in modo civile una lite tra i loro figli. Naturalmente di civile ci sarà ben poco nello svolgimento del film, o meglio, quello che dovrebbe esserlo risulta in verità falso e ipocrita. Falso è l'interessamento per la salute del figlio che ha subito la violenza, falso è l'apprezzamento per la torta appena fatta, falso è la curiosità mostrata per i vari lavori ed interessi degli ospiti...E con il frangersi del valore degli oggetti (il famoso vomito di Nancy sul libro di Penelope, i sigari di Micheal disprezzati da Penelope, il cellulare di Alan “affogato” da Nancy ecc..ecc..) si infrangono anche i rapporti coniugali, che manifestano tutte le loro antiche crepe, i rancori, le ferite mai risarcite.
I figli vengono adoperati come armi di difesa e attacco, la falsità lascia il posto allo sfogo, complice anche lo scotch scozzese di Micheal (oggetto diabolico), e finalmente le verità escono fuori dalla bocca di ognuno, ma risultano amarissime, senza soluzione, tanto meno civile.
Mentre i quattro adulti-genitori-coniugi rimangono rinchiusi nelle loro piccole meschine ripicche, i due ragazzini fanno pace, da soli, non sappiamo se civilmente, perché l'occhio del regista ce li fa vedere da lontano, senza ascoltare, ma sicuramente in maniera amichevole...e anche il criceto ha trovato il suo posto, un po' sconcertato, ma più sereno.
Sempre bravissimo.
Tutti bravi i protagonisti, ma per Waòtz ho una preferenza e un debole, l'ho adorato in questa parte di figlio di p...., un grande!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta