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Carnage

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su Carnage

di chinaski
8 stelle

Carneficina verbale, graduale distruzione dei valori dell’occidente: individuo, famiglia, lavoro. Due coppie sposate si incontrano in una casa per discutere dell’aggressione fisica subita dal figlio di una coppia da parte di quello dell’altra. Si sgretolano, attraverso le parole e le manifestazioni di insofferenza fisica dei personaggi, le parvenze del vivere sociale. La stanza-palco è il luogo deputato alla messinscena del crollo delle regole della convivenza. Polanski affronta ancora una volta la psiche umana, i suoi meccanismi di attacco e difesa, la prima a cedere è l’alleanza sancita dal matrimonio, successivamente gli uomini e le donne si ritrovano uniti, per breve tempo, dalla solidarietà di genere e alla fine a sgretolarsi sono le rispettive identità, con la confessione delle proprie debolezze e della vera natura di ciascuno. L’elemento che aiuta a far deflagrare i sistemi di sicurezza dei codici di comportamento socialmente accettati è l’alcol, la droga preferita dall’Occidente, che aiuta i personaggi a togliersi da dosso quelle identità, prese dal mondo del lavoro, in cui si erano nascosti. I dialoghi tra i personaggi vengono sempre interrotti dallo squillo di un telefono o di un cellulare, a ricordare che l’invasività dei mezzi di comunicazione è una delle caratteristiche più riconoscibili del vivere contemporaneo, la scomparsa dell’hic et nunc e l’illusoria apertura ad una globalità che è solo virtuale, visto che gli uomini e le donne non sono neanche più capaci di parlare stando seduti insieme in uno stesso ambiente.

Polanski ribalta abilmente i ruoli della vittima e del carnefice e ognuno dei personaggi si fa beffe dell’altro e viene beffato, l’ironia dei dialoghi e di alcune situazioni rende ancora più misere le vite dei quattro, ma allo stesso tempo, così umane. Come se il desiderio di tendere ad una evoluzione o a un miglioramento della nostra specie conoscesse un altro ennesimo fallimento. L’egoismo, l’incapacità di ascoltare e sentire in maniera reale il prossimo, la meschinità e le tante frustrazioni, trasformano lentamente gli esseri umani in carogne.

E’ un gioco al massacro, alcuni puntano direttamente alla giugulare di altri, l’innocenza di quando si era bambini è perduta, si litigava e si faceva pace, era l’ordine delle cose, le troppe parole erano superflue, ora si discute, si argomenta, si ragiona, ma le giugulari continuano a sanguinare e i lupi affamati a fare cerchio intorno a noi.

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