Regia di Wayne Wang vedi scheda film
Le protagoniste sono due giovani donne della gelida Shangai contemporanea, Nina e Sophia, amiche e sodali, nonostante e quasi a dispetto di un mondo in cui avanza inarrestabile un capitalismo senza scrupoli. A fungere da controcanto alla loro storia sono Fiore di Neve e Giglio Bianco, personaggi di un libro nato dalla fantasia di Sophia. Le loro vicende si svolgono due secoli prima, in una Cina arretrata e maschilista che le costringe alla pratica della fasciatura dei piedi. L’umiliazione subita le unirà per la vita e anche quando saranno costrette a stare separate, le pieghe nascoste di un ventaglio permetteranno loro di comunicare sentimenti, paure, emozioni, in un linguaggio che gli (altri) uomini non possono comprendere. È lo stesso linguaggio cifrato che permette a Sophia e Nina, che si erano perse, di ritrovarsi.
Il film di Wang sembra l’assemblaggio deformato di due opere: da un lato il regista si mostra abilissimo anche se non troppo originale nella ricostruzione del passato; alternando i colori intensi di abiti e arredi a esterni spogli e desolati, ci descrive un mondo non troppo lontano in cui le donne sono oggetti di cui servirsi per il piacere, monili cariche di gioielli, drappi, vestiti colorati che le nascondono fino ad annullarne l’intimità. Gli uomini sembrano esclusi dal loro mondo di lavoro e solidarietà, corpi estranei. Il presente è invece grigio, rappresentato negli interni spogli di un ospedale o in esterni plumbei, con lo sfondo di grattacieli che solo di notte si illuminano e iniziano a vivere, come se, quasi a prescindere dalle intenzioni del regista, la nostra contemporaneità sia difficile da inserire in un quadro più ampio, sia un tempo fatto di frammenti diseguali, pezzi di un puzzle impossibili da ricomporre. E la vita stessa di Sophia sembra un rebus, se ne scoprono a poco a poco le tessere, attraverso gli indizi che l’amica rincorre per cercarne il senso. Le bravissime attrici, impegnate in un difficile doppio ruolo, sono riprese spesso in primo piano riuscendo così a comunicare i sentimenti in modo molto sottile e profondo; è questo il pregio principale del film che invece fallisce nel tentativo di collegare i due mondi: presente e passato rimangono distanti e discreti e l’opera rimane un ibrido, anche se di estremo fascino.
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