Regia di Wayne Wang vedi scheda film
A volte la semplice suggestione all’interno di un rapporto affettivo costituisce il più indistruttibile dei legami. Nella Shanghai del 1997, l’anno in cui Hong Kong torna alla Cina, Nina ( Bingbing Li) e Sophia ( Gianna Jun) sono amiche e lo resteranno con il passare degli anni, mentre tutto intorno a loro si trasforma: l’una riscatta le umili origini studiando e facendo carriera, l’altra orfana di madre, cresciuta da una matrigna arcigna e da un padre rovinato dalle speculazioni in Borsa, non ha avuto altrettanta fortuna. Eppure si sono amate e si amano intensamente, tanto da sacrificarsi l’una per l’altra, quando il destino lo impone. In “Il ventaglio segreto” di Wang ( “Smoke” , “Un amore a cinque stelle”), regista di Hong Kong convertito ai generi Hollywoodiani, il presente di una metropoli fatta di autostrade, cantieri in costruzione e capitalismo rampante non sarebbe in grado né di far germogliare e neppure di giustificare un rapporto a due cosi altruistico: per questo le due ragazze escludono l’arido oggi dal loro orizzonte e alimentano un anacronistico idealismo rievocando il passato remoto di una civiltà secolare in cui riti e codici cifrati celebravano la solidarietà muliebre contro una società brutalmente maschilista. Pertanto la disillusa Sophia si rifugia nell’appartamento segreto del padre, diventa scrittrice e riscrive la storia sua e dell’amica, traslocando in un’altra epoca e trovando nomi assai più poetici: in tal modo le anonime peripezie di due giovani donne si trasformano nella tragica epopea di Fior di Neve e Giglio Bianco, legate solennemente dall’avere subito bambine la fasciatura dei piedi nello stesso giorno e dal giuramento del laotong. Siamo nelle Cina in tumulto della fine del XIX secolo e le due ragazze sono separate dalla differenza di classe, tuttavia mantengono vivo il reciproco amore comunicandosi confidenze ed emozioni nelle pieghe del ventaglio tramite il nu shu, una scrittura conosciuta solo dagli iniziati ed indecifrabile per gli altri. Mentre Sophia è in coma all’ospedale per un incidente, Nina legge il romanzo, fruga nella memoria, cerca fra gli algidi neon di un Shanghai avveniristica i segni di un’amicizia indissolubile e li trova mettendo ordine fra le pagine del libro, a patto di identificarsi con la passione delle dolenti eroine. “Il ventaglio segreto” diventa allora un percorso di formazione sentimentalmente trascinante come si addice a un mèlo, però monco, ossia privo di punti di partenza e di approdo: la realtà pateticamente romanzesca del laotong è una giustapposizione lacrimevole a uno sfocato sfondo contemporaneo. Il disagio di due ragazze emancipate della Cina ai tempi di Facebook davvero è assimilabile al fuelleton di Fior di Neve e Giglio bianco e ai loro ventagli segreti? Perché no? Ogni epoca sa come ingannare la propria solitudine.
Per confronti e percorsi culturali suggeriti dal film cfv mio blog: http://spettatore.ilcannocchiale.it/post/2665558.html
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