Regia di Matthew Hope vedi scheda film
Dovendo riassumere il giudizio in una sola parola, lo definirei un film sordo. Sordo nel bene e nel male: pochissime parole, molti sguardi, molti silenzi, ma anche chiuso, cocciuto, testardo, senza speranza. Di certo non è un film becero, alla Van Damme et similia, tanto per intenderci, come titolo e manifesto potrebbero far presupporre. Non è nemmeno un capolavoro, sia chiaro, ma a primo acchito, a pelle, l'ho trovato gradevole, soddisfacente, forse perché a tratti insolito, inaspettato. Non ho mai visto una storia d'amore narrata in modo tanto scarno, essenziale, senza retorica, senza compiacimento, e soprattutto senza una sola parola. Anche le scene d'azione godono di uno stile asciutto, direi quasi ermetico, ma molto efficace e a tratti sorprendente: in particolare quella in cui il protagonista viene rapito dagli uomini nel furgone è esemplare per sintesi e ritmo.
Buone le scelte per quanto riguarda il cast, non ci sono attori di chiara fama ma se la cavano tutti dignitosamente ed in qualche caso anche egregiamente.
ATTENZIONE: LA PROSSIMA PARTE CONTIENE SPOILER
Il difetto maggiore, a mio avviso, è nello script, e consiste nel fatto che allo spettatore venga propinata la solita storiella trita e ritrita dei buoni che alla fine buoni non sono, e si rivelano dei traditori. Anche la "confessione" di Gerry (Brian Cox) seppur ahimè tristemente molto vicina probabilmente alla verità, sa di già sentito, e lascia un po' perplessi. Ma non si è di fronte comunque ad un film politically correct: la parte finale, che appare in un primo tempo prevedibile, scontata e poco credibile, viene riscattata e riabilitata prima dall'uccisione per sbaglio della madre con prole (che forse richiama le efferatezze a cui ha assistito il protagonista in Afghanistan), e poi dall'ultimissima scena che, credo, lascerà più di uno a bocca aperta.
Voto: 78/100
Londra: Robert Miller è un paracadutista, veterano della guerra in Iraq ed in Afghanistan, torna a casa stanco di combattere e di atrocità. Il suo quartiere però è in mano ad un boss della droga, cerca un lavoro ma non riesce a trovarlo e non può fare a meno di accettare l'offerta di Danny, un suo ex commilitone, ed unirsi ad un gruppo di agenti governativi che dà la caccia a cellule di terroristi islamici. Robert si innamora di Alayna Wallace, un'informatrice molto vicina al capo dei terroristi, e scopre che la verità è molto diversa da come gli è stata presentata. A questo punto decide di risolvere la questione a modo suo.
La musica è efficace e apprezzabile, in tinta con la vicenda.
E' possibile che cambi opinione ad eventuali successive visioni. In peggio, presumo.
La regia mi ha colpito favorevolmente. La violenza c'è ma è trattata in modo sbrigativo, spesso sottinteso, non c'è alcun indugio, alcuna insistenza, l'azione c'è ed è veloce, richiede attenzione, applicazione da parte dello spettatore. Spero che la mia non sia solo l'impressione fugace del primo impatto.
Non è un protagonista palestrato, dallo sguardo spietato e di sangue assetato (tanto per esagerare con le rime), ma riesce ad esprimere dolcezza, rassegnazione ed il dubbio e la confusione che lo attanagliano.
L'attore scozzese è ormai un'istituzione, è stato il primo Hannibal Lecter in Manhunter e tra i tanti film si è visto in Braveheart. Qui non gli viene chiesto molto, e svolge il suo compito con la solita professionalità.
Altro scozzese già visto in un sacco di film: Il Gladiatore, Pearl Harbor, Blade II, Miami Vice e Ondine, tra i più noti. Prova onesta.
Ventinove anni portati non benissimo (ne dimostra decisamente di più), l'attrice israeliana si rivela comunque la scelta più felice del cast, non è la solita belloccia ma è invece dotata di un fascino discreto, solido, semplice, vero.
Interpreta Danny Turner, il commilitone un po' sfigato. Buona prova.
Il rapper inglese interpreta Tyrone Jones, il boss della droga. Cattivo quanto basta.
L'attore inglese figlio dell'ex ministro cipriota dell'agricoltura interpreta Hakeem. Buona prova.
E' Fahad Sahal, l'amico del protagonista, una delle poche anime buone all'inferno.
L'attore inglese noto soprattutto per la sua partecipazione in Prince Of Persia qui interpreta Fawwaz, il capo dell'organizzazione terroristica. Per lui nemmeno una battuta.
Credo che capiti a pochi di cominciare la propria carriera cinematografica da bambini con un ruolo di super cattivo. Se si riesce a superare l'orrore per il ritratto di quella che sarà la gioventù del futuro, il ragazzo se la cava magnificamente. Tristemente in parte.
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