Regia di Carlo Borghesio vedi scheda film
Tornato dal Sudamerica per conoscere la donna che ha sposato per procura, Carletto si scopre vedovo. Ma non solo: la moglie aveva pure un bambino, Paolino, nato da una precedente relazione e ora tocca a Carletto occuparsene. Nonostante l'uomo cerchi in ogni modo di liberarsene, dovrà imparare a convivere con il piccolo.
Quinta e ultima collaborazione fra Carlo Borghesio ed Erminio Macario, Il monello della strada è una sorta di rilettura del Monello di Chaplin (1921) in chiave aggiornata alla frizzante comicità dell'attore torinese. Anche se qualche punto di contatto - il personaggio 'lunare' e infantile, per dire ciò che più facilmente salta all'occhio - fra Charlot e Macario indubbiamente esiste, la pellicola vive comunque di vita propria nella sceneggiatura che porta le firme di Leonardo Benvenuti, Glauco Pellegrini e Marchesi & Metz; allo spunto chapliniano viene fatto seguire un intreccio da melodramma all'italiana con tanto di matrimonio per procura, la scoperta di un figlio illegittimo e i soliti avidi parenti pronti a scagliarsi sulla solita ingente eredità in arrivo. Il protagonista brilla, pur non al massimo del suo splendore, in un ruolo scrittogli addosso; al suo fianco fra gli altri troviamo Saro Urzì, Luisa Rossi, Pietro Tordi e il piccolo Ciccio Jacono, la cui carriera da attore, appena cominciata, si concluderà dopo un solo altro titolo (Gli angeli del quartiere, diretto anch'esso da Borghesio due anni più tardi). Curiosità: Benvenuti figura anche come aiuto regista, mentre sui titoli di testa viene accreditato come 'collaboratore alla regia' proprio Macario. Briosa la colonna sonora di Nino Rota. 3/10.
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