Regia di James Wan vedi scheda film
Prima de "L'evocazione - The Conjuring" (2013) e dopo "The Saw" (2004) il regista James Wan è alla ricerca di una storia in grado di conferire nuovo smalto d una carriera diventata improvvisamente incerta, smarrita nel tentativo di trovare nuove forme capaci di raccontare la dimensione del male, il tema che da sempre caratterizza i lavori del regista di origini malesi. Così dopo il passo falso di "Death Sentence" (2007), con Kevin Bacon a rifare fuori tempo massimo il giustiziere di Charles Bronson, Wan si decide a fare il salto strappando il sipario che riveste il quotidiano per andare a guardare cosa si nasconde dietro quella facciata. Per farlo immagina una famiglia felice sconvolta dal dramma di un figlio caduto in coma senza apparente motivo, e successivamente terrorizzata dalla comparsa di inquietanti presenze. All'incredulità iniziale ed allo scetticismo subentra la paura, ed una medium incaricata di salvare il bambino dalle forze oscure che vogliono impossessarsi del suo corpo.
Sfogliando il copione di una sceneggiatura che non si allontana da quanto era stato già mostrato in fatto di demoni e possessioni, James Wan ne arricchisce però la messinscena con una personale visione del mondo metafisico raffigurato in maniera teatrale e grottesca, con richiami ad atmosfere lynchiane ed al gran guignol della commedia macabra. Ed in effetti pur restando in un contesto assolutamente drammatico che spinge forte sul pathos genitoriale e sul contrasto tra fede e ragione "Insidious" destabilizza le sue coordinate con un ghigno ironico ed anche agghiacciante (così era quello del cattivo nel suo lavoro d'esordio) che deriva non solo da raffigurazioni demoniache che che sembrano uscite da un baraccone degli orrori, ma anche dal team di aiutanti che coadiuva la sensitiva , più simili a Gianni e Pinotto che a Mulder e Scully di "X-Files", nonostante l'apparato tecnologico e le procedure da csi di cui si fanno portatori. Accostando i peregrinaggi extra realtà alla possibilità di "viaggiare" nella forma astrale - la stessa che permetteva al Dottor Strange di vivere avventure extracorporee in una sorta di dimensione parallela - "Insidious" è girato in maniera classica, con espedienti convezionali come quelli dell'uso del bianco e nero ed in generale delle alterazioni cromatiche per segnalare i cambiamenti spazio temporali, e l'utilizzo di inquadrature che esasperano la profondità al limite della distorsione per enfatizzare l'anormalità di quello che vediamo. Ciò nonostante riesce a coinvolgere per la capacità del regista di raccontare la vicenda con soluzioni plausibili ed una progressione sempre in linea con le logiche della storia. Interpretato tra gli altri da Patrick Wilson destinato a diventare il suo attore feticcio, il film ha già un seguito -"Insidious: Chapter 2" - leggittimato dallo sconcertante finale con "Insidious" si congedava dai suoi spettatori.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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