Regia di James Wan vedi scheda film
La critica ha trattato questo film appena sfiorandolo, con lo spirito di chi sta perdendo tempo nel recensirlo. Ciò non mi ha scandalizzato, frequentando il genere (horror) da anni, ci sono abituato. Quello che mi ha invece sorpreso è stato rilevare la levata di scudi piuttosto decisa proveniente dai fans arroccati in strenua difesa di un prodotto che a me non è parso nulla di speciale. Ho trovato il film lento, noioso, risaputo e scontatissimo. Un coacervo di tutti i più scontati elementi attinenti al repertorio di case infestate e creature possedute. Con il momento clou nella consueta performance dei "cacciatori di creature", che qui si materializzano (i cacciatori, non le creature) in una coppia di nerd che si sforzano di fare i simpatici con esito penoso, peraltro comandati da una vecchietta che gigioneggia in modo pazzesco, passando in un attimo dall'espressione del tipo "amabile vecchia zia" a quella trucida di chi ogni giorno manda a fare in culo Satanasso e Belzebù. Possibile che siamo ancorati agli stessi eterni schemi creativi? Io capisco d'altronde che una nutrita moltitudine di horror fans abbia bisogno di aggrapparsi a queste certezze, e la conferma la si trova in rete, dove decine di interventi plaudono al film individuandovi un tributo alla old school. Io la penso alquanto diversamente. Chi mi conosce sa quanta poca fiducia io nutra nell'horror americano attuale, che pare adagiato sui remake o sullo sfruttamento dei soliti clichès, proprio come questo "Insidious". Con la sola eccezione del mio amato Rob Zombie, il quale (sì, certo) non fa che rimasticare miti e luoghi comuni, ma lo fa senza mai prendersi troppo sul serio, caricando le proprie produzioni di follia, di intrigante fantasia, di delirio psichedelico, di lettura in filigrana dei costumi sociali americani, coniugando il baraccone da Luna Park con la genialità del Cult Movie. Tutto quello che manca alle tante produzioni americane nate nella testa di qualche produttore squalo (grande o piccolo) di Hollywood, il quale coltivando ambizioni da box office non fa che farcire il prodotto con elementi rassicuranti e (almeno sulla carta) infallibili. Giusto come in "Insidious", dove non si esce nemmeno di un millimetro dai binari della "famigliola per bene messa a soqquadro dal Male". E comunque, Rob Zombie a parte, io credo che la soluzione alla crisi creativa che investe da tempo questo genere, la si può ricercare nella freschezza e nell'energia delle nuove leve del cinema europeo, specialmente nei giovani cineasti francesi e spagnoli (dell'Italia dei Brizzi e dei Zalone manco a parlarne!). Insomma è chiaro che a Hollywood stanno raschiando il fondo del barile, esattamente come fa James Wan, il quale ha diretto questo deludente monumento al dèja vu che snocciola stancamente le perle di un rosario che conosciamo a memoria. La vicenda è quella di una famigliola tranquilla, lui professore di liceo e lei casalinga-cantante, più tre simpatici frugoletti uno dei quali viene posseduto dal solito Maligno. Come da manuale, lei diventa isterica e lui non sa che pesci pigliare, e allora (sorpresa!) entra in azione la pattuglia dei ghostbusters che dà vita ad un delizioso teatrino da latte alle ginocchia, featuring due improponibili nerd e una vecchia zia che probabilmente eccelle nello sfornare torte di mele. Poi si scopre che il padre di famiglia (ATTENZIONE!! SPOILER!!) non la conta mica giusta e -in definitiva- lui ha nel Satanasso il suo alter-ego. Il tutto contrappuntato da soprassalti ed oscure presenze che sono esattamente come uno se li immagina. Di "diverso" stavolta ci sono le presenze di tre ottimi attori, il cui talento si deve scontrare con una sceneggiatura che non è che offra loro particolari occasioni per fornire prove di bravura. Certo, il loro mestiere si vede, ma è la sola cosa che regge questo film. Patrick Wilson se la cava con dignità, anche se altrove lo avevo trovato più disinvolto. Barbara Hersey, veterana di Hollywood, ormai è abbonata al ruolo di "mamma di figli problematici" (in questo caso addirittura "nonna"). Ma la gemma del film è la splendida Rose Byrne, probabilmente una delle attrici più belle del mondo, che riesce ad esprimere il proprio talento perfino in un baraccone come questo (quindi doppiamente brava!). Sia sui manifesti che negli articoli promozionali vengono evocati i "gloriosi" precedenti di "Saw" (il regista è lo stesso) e di "Paranormal activity" (medesimi i produttori). Si dà il caso che entrambe le saghe citate rappresentino per il sottoscritto quanto di peggio abbia espresso negli ultimi anni il cinema horror. Ora, per quanto riguarda "Saw" io circoscriverei il discorso ad una questione di cattivo gusto, mentre per "Paranormal activity" (che io ho affettuosamente ribattezzato "Paracul activity") la riflessione è più complessa. Sintetizzando, mi limito ad osservare quanto segue. Siccome il film ha dimostrato che chiunque, con pochi soldi e ancor meno idee, può ipoteticamente sbancare il botteghino, temo che adesso ci proveranno in molti. Tanto abbiamo visto che le idee non contano, basta una camera fissa, una porta che sbatte e qualche strillo. Certo, "Paranormal" nulla ha a che fare con "Insidious". Salvo che per una cosa: l'assenza di idee.
Voto: 4
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