Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Considerato il primo lungometraggio di Chaplin, anche se l'edizione che circola da molti anni dura solo 53 minuti (quella originale ne durava 68, e i tagli furono operati dallo stesso Chaplin in occasione della riedizione del 1971): senz'altro uno dei suoi film più famosi, e anche uno dei più belli. E' un insolito mélo dai toni amari e dolenti centrato sull'amicizia e il rapporto padre/figlio che si sviluppa fra un vagabondo e un orfanello abbandonato dalla madre. Da notare che qui Charlot non riveste il ruolo di protagonista unico, perchè il bambino è costantemente presente sullo schermo e diviene una sorta di alter-ego del personaggio chapliniano, tenero e malizioso, che impara da subito la difficile arte della sopravvivenza. La miseria sociale descritta nel film ha senz'altro un aspetto autobiografico legato all'infanzia vissuta in povertà dall'autore: e bisogna riconoscere che in certi dettagli legati ai tentativi di sottrazione del minore da parte delle autorità, viene fuori una rabbia che Chaplin deve aver covato per molti anni, anche se sublimata nelle convenzioni espressive di una commedia sentimentale dove il riso e il pianto sono legati in maniera inestricabile. La messa in scena forse non è ancora molto evoluta (lo sarà senz'altro di più nelle opere successive), ma questo ha un'importanza assai relativa, perchè si tratta di un'opera che si basa su un linguaggio volutamente semplice, ma ugualmente molto efficace in virtù di una trama di sicura presa emotiva e di gag burlesche simpaticissime (basti citare il lenzuolo bucato che diventa una tunica per Charlot). Memorabile, inoltre, tutta la sequenza dell'evasione nel Paese dei sogni, dove la serenità vissuta dai personaggi, trasformati in Angeli, viene turbata dall'arrivo di una squadra di diavoletti. Un film emozionante e indimenticabile che dimostra ancora, a tanti anni di distanza, le grandi potenzialità del cinema muto.
VOTO 9/10
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