Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Nel 1919 Charlie Chaplin ebbe un figlio dalla diciasettenne Mildred Harris,il bambino nacque con gravi malformazioni e sopravvisse solo 3 giorni,fu un colpo durissimo per Chaplin che cadde in una profonda depressione,ma come si sa in questi casi ogni dolore anche quello piu' terribile puo' essere foriero di una nuova rinascita,per Chaplin fu la molla che gli diede l'ispirazione per il suo primo lungometraggio anche se sarebbe piu' opportuno dire mediometraggio visto che dura 51 minuti,ed e' un capolavoro assoluto nella storia del cinema in cui si fondono continuamente riso e lacrime senza che si noti tra le due emozioni un netto distacco....il film è semplicemente poetico con un'alchimia e una simbiosi naturale tra il bimbo e Chaplin che non puo' non intenerire,la bravura di Chaplin si sa era quella di non dare peso alle impostazioni di tipo registico o narrativo e tutto questo e' chiaramente palpabile in questo film dove non si vede il film,ma si "sente",la genialita' del maestro inglese era quella di riuscire a non discernere i momenti malinconici e quelli esilaranti qui tutto s'intrinseca e fa parte della stessa medaglia,e' meraviglioso vedere anche come in qualche modo Chaplin rappresenti se stesso da bambino quando "il monello" viene portato via dagli assistenti sociali,l'abbraccio che il vagabondo da al bimbo e' rivolto a se stesso, alla sua infanzia negata e rubata, vissuta negli incubi degli orfanotrofi londinesi di stampo Dickensiano.I detrattori di Charlot etichettarono il film come un'edulcorato ritratto sentimentalista,non c'e' nulla di piu' sbagliato in una simile affermazione! anche perche' in questo capolavoro non ci sono solo mielose lacrime,ma vi e' un tratto onirico,come nella fantastica sequenza del sogno,che ricorda tanto una recita teatrale di quelle d'inizio secolo con trovate ed invenzioni geniali,si nota inoltre un sottofondo di amara critica politico-sociale nei confronti degli uomini di legge che rappresentano il potere e che non hanno pieta' neanche di fronte ai sentimenti e letteralmente abusano della loro autorita' nei confronti dei deboli e degli oppressi,"IL MONELLO" e' quindi da considerarsi come il manifesto di un apologia del cinema,un film che dopo 90 anni rimane stampato nella pietra miliare della settima arte,un'opera su cui si potrebbero scrivere infiniti saggi per i contenuti umanistici di cui e' messaggero, da ricordare anche la bellissima e poetica colonna sonora che dona al film un aura quasi da fiaba,infine va dato merito al genio di Chaplin di aver realizzato un opera immortale capace di subissare anche gli odierni e tecnologici "filmoni" in 3D.......
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