Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Quando ancora in tv trasmettevano i film muti di Chaplin(sia cortometraggi che lungometraggi) in prima serata,non ho mai perso occasione di rivederli.Alcuni anni fa erano ancora un appuntament fisso durante le feste natalizie.E ogni volta sono sempre rimasto meravigliato,ho sempre trovato qualcosa di nuovo,a testimonianza del fatto che questo cinema a quasi un secolo di istanza non ha perso nulla del suo valore artistico e della sua capacità di emozionare.Non nascondo che ogni volta che vedo Il Monello in particolare l'emozione è sempre la stessa(quando ero piccolo ricordo che su questo film ho versato litri e litri di lacrime).Per l'occasione ho deciso allora di vederlo con i mie figli per vedere se anche a loro faceva l'effetto che ha fatto a me alla loro età.E in questo mondo di cartoni e di mostri digitali la loro risposta entusiasta mi ha confortato.Charlie Chaplin è immortale.E'oltre i generi e le epoche storiche.La sua carica dissacratoria e di critica sociale così carica di riferimenti autobiografici oggi è attuale come allora.Così come è evidente un certo amaro sarcasmo nella descrizione dei poliziotti e dell'autorità precostituita in genere sempre al servizio dei potenti e comunque impossibilitata a compiere gesti umani. Come quelli che compie il povero vetraio che ,trovato un neonato,dopo molti tentativi di abbandonarlo a sua volta,decide di tenerlo e allevarlo come suo.Il rapporto tra i due è di complicità assoluta(e non solo dal punto di vista penale visto che il bambino rompe i vetri a sassate e il padre adottivo arriva puntuale a ripararli),dividono tutte le loro povere cose.La scena in cui i loschi figuri dell'orfanotrofio cercano di portarlo via(l'arroganza dell'autorità precostituita) ancora oggi mi commuove.Questo film è sempre in equilibrio tra comico e patetico. Chaplin fa arrivare a vette sublimi il suo personaggio da vagabondo e ha l'idea di dividere la scena con una specie di enfant prodige(il piccolo Jackie Coogan è di bravura mostruosa) mettendo spesso il kid(del titolo originale) al centro della scena.In fondo se tutti noi siamo anche frutto dell'ambiente che ci circonda è lecito pensare che il bambino sia una specie di riproposizione in piccolo dello Charlot che già all'epoca era acclamato.E anche il finale non è così lieto come molti ritengono:è vero che il monello rientra nella società dalla porta principale ma è anche vero che Charlot con la sua buffa andatura e i suoi piedi piatti è destinato ancora una volta a rimanere solo e ad allontanarsi verso l'orizzonte.Ecco se si vuole un film in cui è presente la maggior parte delle ossessioni e delle tematiche del cinema di Chaplin,basta fermarsi qui,al suo primo lungometraggio,ancora un capo d'opera assoluto.Bello oggi come e forse anche più di allora.
eccellnte
leggendario
l'archetipo dell'enfant prodige al cinema
parte in secondo piano
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