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Aakaler Sandhane

Regia di Mrinal Sen vedi scheda film

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La recensione su Aakaler Sandhane

di OGM
8 stelle

Anche l’India ha il suo Effetto notte, perfettamente calato nella propria realtà storica e sociale. Alla ricerca della carestia (In Search of Famine) è la traduzione del titolo originale, che fa riferimento al tentativo di portare alla luce, tramite lo strumento cinematografico, un episodio tanto tragico quanto emblematico della situazione di un popolo che vive, da sempre, il proprio dolore nel silenzio. Parlare al mondo della fame è la missione che il regista protagonista del film si propone di compiere, portando la sua macchina da presa nei luoghi in cui, nel 1943, quattro milioni di persone morirono per malnutrizione. Eppure quasi nessuno, tra la gente del posto, un piccolo centro nei pressi di Calcutta, pare avere voglia di rendersi visibile per il bene di tutti: una egoistica chiusura sembra prevalere sulla necessità di impegnarsi insieme per uscire da un’annosa condizione di svantaggio. La tendenza più diffusa è quella di confinare i propri problemi nella sfera privata – come la donna che, rimasta sola nel palazzo della sua famiglia, da anni assiste con le proprie forze il marito immobilizzato in un letto – evitando di dotarsi di una dimensione pubblica, in cui unire le voci e le energie per costruire un futuro migliore. La saggezza, la sensibilità ed il coraggio, impersonati, rispettivamente, dall’anziano preside della scuola, dalla giovane Durga, e dal commediante Haren, sono risorse isolate, destinate a rimanere travolte da una folla che non capisce, ed è solo un’ingombrante massa inerte. Nello stesso modo in cui essa, con la sua presenza, ostacola le riprese del film, con il suo ottuso attaccamento alla tradizione di casta impedisce lo sviluppo verso la modernità, che passa per la razionalità e la concretezza: una visione “intellettuale” e “cittadina” a cui la mentalità rurale delle campagne bengalesi si oppone con ostilità e diffidenza. Aakaler Sandhane ritrae un Paese spaccato in due, tra le aspirazioni progressiste di una classe istruita e privilegiata, e l’orgogliosa resistenza degli abitanti dei villaggi, che risponde solo ad una indefinibile fede nelle proprie radici. 

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