Che fine ha fatto Antonio Patò (Neri Marcoré), impeccabile impiegato di banca? È questa la domanda che nel 1890 l’intero paese siciliano di Vigata si pone di fronte a un fatto insolito accaduto durante la rappresentazione della Passione di Cristo del Venerdì Santo: il ragionier Patò, che rivestiva i panni di Giuda, è stato visto l’ultima volta sul palcoscenico del teatro prima di sparire con gli abiti di scena. Nessuno sembra aver visto nulla ma una misteriosa scritta, apparsa su un muro, instilla un dubbio: l’uomo è morto o è scomparso volontariamente? Per far luce sulla storia, Elisabetta (Alessandra Mortelliti), la moglie di Patò, si rivolge alle autorità. Le indagini condotte dalla Pubblica Sicurezza, guidata dal delegato Bellavia (Maurizio Casagrande), e dai Reali Carabinieri, agli ordini del maresciallo Giummàro (Nino Frassica), sembrano non dare risposte a causa della rivalità tra le due forze mentre i concittadini cominciano a formulare ipotesi sempre più fantasiose sul destino dell’uomo.
Note
Camilleri adatta (insieme al regista e a Maurizio Nichetti) il suo romanzo omonimo del 2000, ispirato alla figura allegorica di Patò, citato da Sciascia in A ciascuno il suo: un personaggio emblematico di tante storture siciliane che diviene pretesto per una trama gialla in cui nessuno, tra vittime, colpevoli e forze dell’ordine, ci fa bella figura. La messa in scena è piatta al limite del televisivo e la complessità di scrittura dell’originale si perde in favore di un approccio giocoso e, appunto, da fiction in costume, però il cast di attori “diversamente siciliani” asseconda a meraviglia l’ironia di Camilleri e conquista con leggerezza e goliardia (compreso il cameo del becchino Roberto Herlitzka).
Divertente giallo ambientato nella Vigata di fine 800. Si vede il taglio televisivo ma non nuoce: intrattiene, diverte e fa pensare al tempo che fu. Consigliato.
Ma si può vedere un "film", se così dobbiamo fare, con questi cosiddetti "attori"? Questi possono fare ciò che si chiamava avanspettacolo, sono macchiettisti, non Attori. Saranno bravi a far ridere in una gag TV, ma il mestiere di Attore è tutt'altro
Quando all'inizio del Film ho letto "Tratto dal Romanzo di Camilleri") ho esclamato : "Ah beh,allora sto' fresco,altra lagna in stile "Montalbano" …" ed infatti non ci sono andato tanto lontano.voto.1.
Andrea Camilleri è un giallista. O forse no, non nel significato usuale del termine. Peculiare è infatti il senso che attribuisce al mistero: non un intricato problema da risolvere con il ragionamento, bensì il fantasma di una Sicilia in cui tacere e confondere le acque è il modo per mantenere intatta la magia di una terra che seduce con i suoi silenzi, mantenendo sempre a debita… leggi tutto
Nell'immaginario paese siciliano di Vigata del 1890, al termine di una rappresentazione teatrale di piazza, lo stimato ragionier Patò (Marcorè), impiegato presso la banca locale, scompare misteriosamente dopo avere impersonato il ruolo di Giuda. Un maresciallo dei carabinieri (Frassica) e un delegato alla Pubblica Sicurezza (Casagrande) si incaricano delle indagini, tra pressioni esterne e… leggi tutto
RAPIDE IMPRESSIONI PER REGISTRAZIONE Brutta televisione passata per cinema con l'alibi del soggetto blasonato (Camilleri). Non ci siamo. La noia regna sovrana dall'inizio alla fine, fra stereotipi di genere e caratterizzazioni trascurabili. Non ci sono costumi ed ambientazione siciliana che tengano; tutto abusato, tutto forzato. Hai voglia poi a venderti riferimenti letterari altisonanti ma la… leggi tutto
Inutile negare la capacità di Camilleri di fondere ironia e mistero nei suoi racconti, e di saper dare una lettura del tutto personale alle piccole e grandi meschinità umane. Non fa eccezione "La scomparsa di Pato'", una sorta di "Fu Mattia Pascal" ambientato in una Sicilia rurale e sonnecchiosa di fine Ottocento. Tuttavia la trasposizione cinematografica rischia un eccesso di…
No Spoiler. Non c'è un lieto fine, ma nemmeno la fine del mondo: i colpevoli non vengono presi, ma in compenso, per contropartita entropica, nessun innocente finisce in galera per negligenza e incompetenza…
La fatica cinematografica di Rocco Mortelliti, tratta dal romanzo di Andrea Camilleri (suocero del regista) La scomparsa di Patò (2000), è una buona operina, anche divertente in alcune sue componenti, purché confinata all'ambito che le dovrebbe essere proprio, cioè quello televisivo. Dal punto di vista comico, la coppia formata da Nino Frassica e Maurizio Casagrande…
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Commenti (4) vedi tutti
Divertente giallo ambientato nella Vigata di fine 800. Si vede il taglio televisivo ma non nuoce: intrattiene, diverte e fa pensare al tempo che fu. Consigliato.
commento di Aiace68Ma si può vedere un "film", se così dobbiamo fare, con questi cosiddetti "attori"? Questi possono fare ciò che si chiamava avanspettacolo, sono macchiettisti, non Attori. Saranno bravi a far ridere in una gag TV, ma il mestiere di Attore è tutt'altro
commento di aleagosVivace giallo storico popolato da macchiette.
commento di Leo MaltinQuando all'inizio del Film ho letto "Tratto dal Romanzo di Camilleri") ho esclamato : "Ah beh,allora sto' fresco,altra lagna in stile "Montalbano" …" ed infatti non ci sono andato tanto lontano.voto.1.
commento di chribio1