Regia di Gianni de Mare, Dario de Rosario vedi scheda film
Un lavoro che mancava: un documentario – sgangherato, sconclusionato, più faceto che semiserio, come il personaggio in questione – sul più grande ‘caratterista da comparsata’ mai avuto dal cinema italiano: Jimmy il fenomeno. In quarant’anni di carriera le sue partecipazioni non hanno mai sforato la durata complessiva del minuto, spesso rimanendo anzi confinate nella manciata di secondi, talvolta anche senza battuta; perché la forza di Luigi Origene Soffrano è sempre stata quella della ‘faccia da schiaffi’, del volto esponenzialmente felliniano, troppo improbabile per qualsiasi tipo di personaggio. A meno che, ovviamente, si trattasse di matti scappati dal manicomio o di macchiette (postino, becchino, portiere, cameriere…), figure dichiaratamente comiche. Fu Salce a creargli una carriera e un nome, continuando a proporlo nei suoi primi film; da lì si sparse la voce che Jimmy fosse una specie di portafortuna e molti altri registi cominciarono a scritturarlo per ruoli ‘dei suoi’. Peccato che questo simpatico lavoro a budget ridottissimo non si curi del (o non riesca più di tanto a scavare nel) privato e nel passato del protagonista, perché sarebbe stato certo curioso sapere di più sulla gioventù, sugli esordi (appena accennati), sulla vita di Jimmy il fenomeno nello ‘star system’ italiano, magari attraverso qualche aneddoto. Lo stesso Jimmy prende parte nel finale a un breve sketch, ma purtroppo le sue condizioni di salute (vive in casa di riposo da anni) non gli permettono di fare molto di più. È incredibile constatare che nessuno fino a questo documentario avesse considerato il ‘fenomeno’ Jimmy, molto più che una meteora o un semplice figurante nella storia del cinema italiano dal dopoguerra al duemila. 6,5/10.
Ritratto affettuoso di un caratterista atipico, che ha attraversato quarant'anni di cinema italiano rimanendo sempre sullo sfondo.
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