Regia di Christopher Sun Lap Key vedi scheda film
A vent’anni di distanza dal capostipite diretto da Michael Mak, ritorna nelle sale italiane la saga di Sex and Zen, questa volta corretta in chiave 3D. Film che in patria ha ottenuto un clamoroso successo di pubblico, sfruttando anche l’effetto censura che ne vieta la visione in Cina, rilancia il filone del soft core cantonese che all’epoca, sull’onda del successo del film di Mak, aveva dato vita anche alla serie Erotic Ghost Story e a cose come A Chinese Torture Chamber Story di Bosco Lam. Il film di Christopher Sun, in questo senso, sembra più un compendio che una nuova puntata della serie Sex and Zen, come a volere reclamare una primogenitura. Wei Yangsheng (Hiro Hayama), giovane pittore e calligrafo, sposa Tie Yuxiang (Leni Lan), figlia di un prete taoista. Purtroppo le gioie del talamo sono pochine a causa della sua incontenibile… precocità. Per questo motivo chiede di essere ammesso nel palazzo del Principe di Ning (Tony Ho), dedicato esclusivamente alla conquista del piacere assoluto. Il 3D è utilizzato soprattutto per scagliare oggetti contro lo schermo, anche se non manca qualche trovata “poetica” (la goccia d’acqua che scivola su una foglia mentre in campo lungo i due sposini copulano). Film meno “decamerotico” del solito ma non manca la classica sterzata sadica. I cultori di cinema asiatico, quindi, ritroveranno atmosfere e situazioni familiari. Musiche di Raymond Wong, collaboratore abituale di Tsui Hark e Johnnie To.
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