Regia di Brad Furman vedi scheda film
The Lincoln Lawyer è un egregio legal-thriller cucito su misura per McConaughey (il quale, se ben diretto e nel ruolo giusto, può davvero fare la differenza. Il che sembra che gli stia succedendo sempre più spesso da qualche anno a questa parte).
Ad essere sinceri il film non esprime acuti degni di nota, né potrebbe Brad Furman (il regista), che, con la sua m.d.p. “agitata” (sembra un film di guerra per tutto quell’inutile rollio; ma, in effetti, la guerra “psicologia” ha un ruolo importante nel film), si sforza di rendere la concitazione e la tensione di una vicenda assurda, che nasconde (micro) colpi di scena in ogni dove. Infatti, dal “mazzo” della trama, le carte narrative “ad effetto” non mancano, ma non sono tutti assi. Così, se il lavoro sul personaggio di McConaughey funziona bene, altrettanto non si può dire per altri suoi colleghi. Quando un film “di attori” appartiene al (sotto)genere legal rivela troppo facilmente (e inopportunamente) la propria elegante, bolsa artificialità. Capita, dunque, che veri e propri “attori” si dimostrino proprio coloro che avrebbero dovuto fare di tutto per non sembrarlo (tipo i testi; imputato compreso). Ma solo l’autocompiacimento di McConaughey è (più che) perdonabile (anzi). Succede, quindi, che l’aula di un tribunale si trasformi in un palcoscenico ove orchestrare, alla sua centesima replica, uno spettacolo “teatrale” votato all’eccesso.
Nel senso che è davvero eccessivo poter credere che sia McConaughey (il difensore) a fare il bello e il cattivo tempo, mentre l’avvocato dell’accusa si impegna a ridicolizzare il suo ruolo e l’onorabilità della Corte. Quanto poi all’ “eccesso” al di fuori delle aule di giustizia, esso dipende dall’estrema complessità dell’intreccio, che ha i suoi pro (crea non poco interesse, ergo cattura) ed i suoi contro, atteso che essa viene raggiunta accatastando informazioni su informazioni e nascondendo i volti dei nomi che i diversi interpreti si scambiano a destra e a manca (ergo sfianca). Qualche pista d’indagine (per risolvere il caso con qualche minuto di anticipo) si può cogliere lo stesso, ma, alla fine, tutta l’operazione rivelerà la sua vera natura: un castello di cristallo. Sofisticato (vedasi affascinante), ma molto fragile. E adatto giusto per un luna park od un parco a tema.
La realtà attende solo che si spengano le luci della ribalta per rivelarsi.
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