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Arturo

Regia di Jason Winer vedi scheda film

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La recensione su Arturo

di supadany
6 stelle

Film romantico demenziale, o forse sarebbe il caso di scambiare di posizione i due termini per il peso che hanno all’interno della storia, che si giova di un cast molto ampio e che si affida all’ego fuori posto di Russell Brand per ricercare da situazioni smodate risate altrettanto sguaiate.

Arthur Bach (Russell Brand) è un giovane miliardario che sperpera i soldi di famiglia cacciandosi ripetutamente nei guai nonostante l’impegno della sua tata Hobson (Helen Mirren).

Un giorno arriva l’out out da parte di sua madre che lo obbliga a sposare l’ambiziosa Susan (Jennifer Garner) per poter continuare a vivere nel lusso, ma l’idea non gli va tanto a genio, d’altro canto uno che non sa nemmeno cosa sia un frigorifero non può nemmeno cavarsela da solo, e quando incontra la vitale Naomi (Greta Gerwig) i dubbi nella sua testa (o almeno quel poco che dentro vi si trova) aumentano.

Commedia decisamente sguaiata con un Russell Brand sovraesposto in maniera pericolosa in quanto sa calcare il piede sull’acceleratore della comicità più demenziale, ma allo stesso tempo il troppo storpia ed il rischio di fare indigestione di situazioni paradossali è alto.

Certo è che le battute non mancano (anche se ogni tanto si cade un po’ troppo in basso), a volte sono anche sottili giri di parole (che escono soprattutto dalla bocca di Hobson), mentre la componente romantica è più ordinaria (così come la morale, per cui alla fine vale più il sentimento che l’aspetto materiale della vita), pur rimanendo in superficie, ma comunque supportata in maniera egregia.

Questo anche, se non soprattutto, grazie al cast, a partire da un’impertubabile Helen Mirren, contraltare perfetto della smodatezza di Russell Brand (forse fin troppo stupido), che quando si lascia andare, vedi quando indossa la maschera di Darth Vader, fa quasi tenerezza, per passare da una determinata Jennifer Garner e da una frizzante e viva Greta Gerwig (due donne che sanno occupare posizioni diverse), arrivando al rude Nick Nolte (nemmeno due chiodi conficcati nella carne lo smuovono) ed al demenzalissimo Luis Guzman (forse un po’ esagerato, ma stupido come da copione).

Insomma la colpa, se così si può definire, principale del film è quella di mettere assieme registri pericolosi (più che altro il demenziale lo è abbinato a qualunque cosa) che di loro fanno perdere in alcune circostanze la bussola, però se si apprezza l’irregolarità del tratto allora è un prodotto che può dare anche le sue soddisfazioni.

Scomposto.

Su Jason Winer

Si lascia trascinare dagli eventi e concentra tutta l'attenzione su Brand.
Poca personalità, però per il tipo di film alla fine compie comunque un lavoro onorevole.
Sufficiente.

Su Russell Brand

Oltremodo sguaiato, non sai mai cosa aspettarti, sa essere ultra simpatico, ma anche pesante, soprattutto alla distanza risulta difficile da tollerare.
In ogni caso sa anche far ridere, seppur con rozzi sistemi.
Più che sufficiente, ma da prendere a dosi limitate (infatti ho sullo scaffale il suo "In viaggio con una Rock star", ma è meglio se aspetto un pò a guardarlo)

Su Helen Mirren

Anche in un film dozzinale sa essere impagabile per bravura.
Perfetto contraltare del protagonista "Peter Pan".
Da preservare in ogni sua forma filmica.

Su Greta Gerwig

Ha decisamente una marcia in più, qui sfruttata solo in parte, ma possiede l'argento vivo, caratteristica che poche attrici hanno.
Preziosa.

Su Jennifer Garner

Altezzosa ed ancora provocante.

Su Geraldine James

Sufficiente.

Su Luis Guzmán

Ruolo che non gli regala alcuna soddisfazione.

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