Regia di Jeff Nichols vedi scheda film
E' ormai assodato che per gli studios Michael Shannon ha la faccia del folle.
Lo stesso meccanismo per cui a Matt Damon fanno fare sempre la parte del vedovo con la faccia da cane bastonato, funziona per Shannon che avevo conosciuto con Revolutionary Road ( in cui faceva la parte di un ritardato che però diceva solo la verità) e che anche nel misconosciuto Bug di Friedkin recitava la parte di un uomo con qualche rotella fuori posto per dirla con un eufemismo. Per non parlare di Boardwalk empire.
Se nelle opere appena menzionati era chiara più o meno fin da subito la psicopatologia del personaggio in questione, in Take shelter la situazione è molto più sfumata.
Michael Shannon recita la parte di Curtis LaForche, amorevole padre di famiglia, lavoratore indefesso con la moglie (una Jessica Chastain tutta spigoli , schiaffi e carezze )che si arrangia a vendere vestiti e cuscini fatti a mano al mercatino della domenica e una figlia sordomuta a cui stanno insegnando il linguaggio dei segni e che ha bisogno di un costoso impianto cocleare per tornare a sentire.
Curtis comincia a essere tormentato da incubi sempre più paurosi che coinvolgono lui e la sua famiglia. Incubi legati al suo amato cane che lo attacca, a eventi atmosferici catastrofici come tempeste o tornado, nuvole che cominciano a spostarsi molto velocemente nel cielo, uccelli che volano in stormo assumendo forme particolari in un cielo grigio carico di chissà quale sventura.
E'consapevole che il suo stato mentale si sta deteriorando e comincia a chiedersi se queste sue visioni siano premonizioni o siano legate a un'incipiente schizofrenia, malattia di cui soffre anche la madre rinchiusa in un istituto.
La sua vita è fortemente condizionata , arriva a perdere il lavoro perchè con le attrezzature della sua compagnia, fa lavori in casa sua per ampliare e rafforzare una sorta di bunker sotterraneo che ha in giardino.Magari negli anni '60 fungeva da bunker antiatomico prima di essere un rifugio contro la furia del tornado.
SPOLER SPOILER SPOILER Le sue visioni si fanno sempre più terrificanti e ....qualcosa accade.... e forse non la vede solo Curtis. La tempesta arriva e il cielo lascia cadere gocce di pioggia che hanno il colore e la consistenza del lubrificante per motori. Stavolta la vedono anche sua moglie e sua figlia. Sarà la fine del mondo annunciata oppure è ancora una proiezione della mente malata di Curtis? Un finale di questo tipo al termine di un impetuoso crescendo di paura e suggestione è un qualcosa di veramente annichilente. FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER.
Take shelter è un curioso ibrido tra il racconto di una psiche che sta implodendo e quello di una catastrofe che sembra imminente.
Anche se appare tutto relegato alla mente di Curtis, la cittadina dell'Ohio in cui vive con la famiglia ha comunque tutto l'aspetto di un avamposto alla fine del mondo, in attesa solo di qualcosa che la spazzi via.
Un film che cavalca volutamente l'ambiguità della salute mentale di Curtis in un crescendo vorticoso di incubi paurosi e segni premonitori.
Shannon è bravissimo a disegnare un personaggio doloroso , in cerca d'aiuto, consapevole della sua malattia che cerca comunque di proteggere la sua famiglia ad ogni costo.
In filigrana si legge la paranoia passata ( ma forse ancora presente) dell'America alle prese con nemici senza volto e l'elegia dell'ultimo baluardo contro la catastrofe che è l'unità familiare.
A parte questi messaggi più o meno leggibili quello che colpisce di Take shelter è la progressione drammaturgica secca e inarrestabile, un'idea di cinema potente visivamente e altamente evocativo.
Senza troppi effetti speciali e quelli che appaiono hanno anche un'aspetto abbastanza spartano( pur essendo sicuramente all'altezza).
Take shelter racconta una vicenda sempre in bilico tra catastrofe imminente e apocalisse privata.
E fa tenerezza il personaggio di Curtis che cerca disperatamente dentro se stesso le ragioni del disastro che sente sta per accadere.
Finale che ti lascia svuotato, annichilito e che ti fa restare con un sacco di domande ferme lì, sulla punta della lingua.
Passato con successo a Cannes, l'opera seconda di Jeff Nichols ( decisamente un nome da seguire ) dopo circa un anno arriva finalmente nelle nostre sale, mandata al massacro della calura estiva.
Naturalmente le solite tre-sale-tre.
(bradipofilms.blogspot.it )
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