Regia di Konstantin Bojanov vedi scheda film
Kamen e’ un ragazzo sui vent’anni che intraprende un viaggio da Sofia ad una regione ignota in periferia, in visita ai parenti di un amico coetaneo morto suicida. Strada facendo sulla sua strada si imbatte in una giovane graziosa diciassettenne, Avé appunto, che inizia a raccontargli molto di se’ e a legarglisi attorno. Molto presto il ragazzo si accorge che la giovane tende ad inventare alcune delle cose che questa gli riporta di se’, alcune se non tutte finisce per pensare il giovane, e per questo motivo, indispettito, cerca di allontanarla da se'. Puntualmente la giovane ricompare sulla sua strada, rendendo l’atmosfera attorno sempre piu’ inquieta e sofferente, a tal punto che il ragazzo finisce per mandarla via in malo modo.
Nonostante questo alla fine il giovane, che comunque prova una certa innegabile attrazione fisica per questa bella ragazza dall’aspetto gradevole, puro, come acqua e sapone, si convincera’ a proseguire comunque il viaggio insieme a lei. Giunti dai parenti del defunto, Ave’ si fara’ passare con estrema naturalezza per la ragazza del morto, facendosi benvolere da genitori e nonni del ragazzo. Dopo quella controversa esperienza, per Kamen sara’ comunque doloroso perdere quell’angelo misterioso, che convolerà presso altri lidi per accompagnare altre anime erranti e solitarie.
Girato con la macchina puntata sul volto gradevole ma realistico dei due giovani protagonisti, il film del bulgaro Bojanov e’ un buon esempio di film intimo ma asciutto, che non cerca alcun compiacimento ne’ soluzione zuccherosa, agendo sulla spontaneita’ fisica e sull’ordinarieta’ gradevole dei corpi dei due protagonisti assoluti, e aprendoci altresi’ le porte molto intime di case e famiglie distrutte dal dolore e aggrappate alla speranza di un ricordo, di un amore fugace che avrebbe potuto caratterizzare una vita finita troppo presto, probabilmente per mancanza di fiducia in un futuro troppo incerto. In questo senso il ruolo fasullo e sfacciatamente consolatorio di Avé risalta per il suo effetto taumaturgico concreto sulle vite disperate dei familiari superstiti, rasserenati almeno da quel volto puro e rassicurante da Madonna che consola ed assiste le tristi solitudini di anime erranti o di passaggio, alla ricerca affannosa e vana di un approdo sicuro.
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