Regia di Roland Emmerich vedi scheda film
Il doppio dietro a William Shakespeare. Come un thriller di corte, con le apparizioni dal buio degli spettri della Storia, con Elisabetta I che appare come la reincarnazione della Cate Blanchett di Elizabeth, ma stavolta la maschera è senza volto. Le apocalissi del cinema di Emmerich stavolta si orientano verso il passato, in una Londra spettrale filmata però come se fosse la New York di Independence Day. Gli intrighi, i segreti, le trame oscure non sono in sintonia col cinema del regista tedesco, che le attraversa e le oltrepassa come un carro armato, sprecando la bravura e l’ambiguità di Rhys Ifans, uniformato a un altro dei suoi “nuovi eroi”. La parola utilizzata al posto delle armi, Conte di Oxford guerriero che scrive di nascosto grandi opere della letteratura inglese, con Romeo e Giulietta e Giulio Cesare che si vedono nella penombra, elemento che dovrebbe alimentare i dubbi sulla paternità di Shakespeare di molti capolavori della letteratura inglese e che invece è solo insistita ripetizione. Il teatro doveva essere il punto di forza di Anonymous invece è il luogo alla Emmerich dove deve prevalere l’istinto della sopravvivenza. Non c’è interazione tra rappresentazione e pubblico, in un cineasta dove l’idea di spettacolo è terribilmente uniforme. Nelle intenzioni il film del grande salto, in realtà un’opera anonima. Chi si nasconde dietro lo pseudonimo di Roland Emmerich?
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