Regia di Lee Frost vedi scheda film
Inizia come uno tra i migliori titoli già "tardivi" nel filone dei bikers, e immettendo forse per primo in assoluto il tema dei marines reduci o meno dal Vietnam(nel 1971), a scontrarsi sul suolo americano del ritorno a casa, contro coloro che in guerra non sono andati, ma simboleggiano meglio di altri il rifiuto dell'autorità -quindi pure dell'esercito, della sua disciplina e dei conflitti all'estero- e di una vita senza libertà, seppure scegliendo per questo un'esistenza randagia e ai margini della legge. Appunto una banda di motociclisti in originale i "Wizards", con a capo il naturalmente carismatico e massimo rappresentante "cattivo" del genere, William Smith al massimo della forma, responsabili indirettamente per scellerata azione solitaria di un loro membro(Larry Bishop, altro nume tutelare del filone), dell'incidente e della morte di due giovani ragazze alla guida di una Lincoln Continental(!) nera terza serie come quelle di John Kennedy a Dallas. Mal gliene incoglierà in quanto la ragazza bionda era la fidanzata del sergente istruttore dei marines Mitch, interpretato da Tony Young altra faccia giusta, che raccoglierà i suoi uomini(tra cui persino una leggenda come Marvin Gaye al suo unico lungometraggio cinematografico), per vendicarsi contro la banda ma puntando il bersaglio sbagliato(non è infatti Smith il colpevole, che anzi voleva aiutare se possibile le ragazze, in un personaggio sfaccettato di buono/cattivo e travagliato), e a differenza di come si potrebbe supporre dall'inizio, senza inutili spargimenti di sangue.
La dicotomia delle uniformi è berretti da marines sulle moto da cross rosse, è tra le migliori riuscite iconografiche del film, così come il finale affrettat9 ma inventiva utilizzando camion militare e tutti gli armamenti esplosivi e munizioni di una guerra, seppure troppo repentino e sbrigativo.
Regia affrettata ma con personalità dell'esperto di b-movie Lee Frost.
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