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Il treno di Lenin

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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La recensione su Il treno di Lenin

di Donapinto
7 stelle

Miniserie televisiva prodotta e trasmessa da Rai 2 nel 1988 e diretta dal bravo Damiano Damiani nel periodo discendente della sua carriera. IL TRENO DI LENIN narra del rientro in patria del rivoluzionario bolscevico, dal suo lungo esilio a Zurigo. Dopo la rivoluzione borghese che ha deposto lo Zar, il governo tedesco, con l'appoggio dell'ambiguo e opportunista Parvus (Timothy West) mette a disposizione di Lenin e altri bolscevichi esiliati in Svizzera, un treno che li conduca a Pietrogrado, con la speranza di fare cadere il governo provvisorio e fare uscire la Russia dalla guerra, dando cosi' maggiori possibilita' alla Germania di vincere il conflitto. Il limite dell'opera puo' essere quello di uno stile televisivo talvolta un po' troppo piatto, ma il regista Damiani ha dalla sua un buon budget, una buona ricostruzione storica e un cast di tutto rispetto, sorretto in primis da Ben Kingsley, che dopo aver interpretato Gandhi nell'omonimo film di Richard Attenbourg, da qui il volto a un altro grande personaggio del 900'. Praticamente nei suoi 200 minuti di durata, la pellicola e' ambientata prevalentemente sul treno che conduce il grande rivoluzionario in Russia. Ci viene descritta la personalita' di Lenin e del suo rapporto con la moglie Nadezdza (Leslie Caron) e in particolare quello con Inessa Arman, una donna di grande temperamento e talento politico, che affascina in particolare David (Jason Connery) un giovane ed entusiasta georgiano ansioso di dare il suo contributo per la rivoluzione proletaria. Poco approfondito il personaggio di Zinoviev (Paolo Bonacelli) braccio destro di Lenin. Scarsa fiducia nei due ufficiali tedeschi che li scortano e nell'infido Parvus, discussioni spesso animate, in particolare tra Radek e Zinoviev, che in la con gli anni si ritroveranno di nuovo a confronto e pagheranno entrambi con la vita sotto le brutali purghe Staliniane. La riunione per cambiare il nome del partito da "Socialdemocratico" a "Comunista", problemi con le dogane, l'incontro a Francoforte con gli operai tedeschi e a Stoccolma le tentazioni del lusso "borghese". Un film che nella sua lunga durata scorre velocemente e non annoia, anzi appassiona come una competente e interessante lezione di storia.

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