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Il treno di Lenin

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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La recensione su Il treno di Lenin

di mm40
4 stelle
Nel 1917 i tedeschi favoriscono il rientro in patria di alcuni dissidenti russi, fra i quali il bolscevico Lenin, nella speranza che possa contribuire all'armistizio con la Germania. Il viaggio si svolge su un treno piombato, appositamente predisposto.
 

Fiction per il piccolo schermo dalla durata non indifferente (all'incirca tre ore e mezza), suddivisa in due puntate per l'apposita duplice trasmissione in prima serata. L'episodio storico al centro della pellicola rappresenta un momento chiave per gli sviluppi della prima guerra mondiale; indubbiamente il film è stato scritto in seguito a un approfondito lavoro di ricerca e la messa in scena ne risulta del tutto verosimile e ben impostata. Sulla sceneggiatura si trovano le firme del regista e di Fulvio Gicca Palli, con un soggetto a cui ha inoltre lavorato Enzo Bettiza con la collaborazione di Dario Staffa e Jean-Marie Drot, oltre alla consulenza di Michael Pearson, autore del libro Il vagone piombato; trattasi di un'opera tutto sommato nelle corde di Damiano Damiani, nel suo cinema sempre attento ai risvolti politici e sociali. E la scelta di raccontare il viaggio in treno che riporta Lenin a San Pietroburgo nel 1917 in un periodo piuttosto travagliato per la Russia come quello di settant'anni dopo, fra perestrojka e glasnost in piena era Gorbaciov, conferma tutto questo. Ben Kingsley è l'ottimo protagonista che conosciamo e gli ampi margini di budget resi possibili dalla coproduzione internazionale fra Italia, Germania Ovest, Francia, Austria e Spagna permettono l'inserimento nel cast, fra gli altri, anche di Dominique Sanda, Paolo Bonacelli, Leslie Caron, Jason (figlio di Sean) Connery, Mattia Sbragia, Peter Whitman, Xavier Elorriaga e Gunter Maria Halmer, oltre a poter sfoggiare nel cast tecnico Nino Celeste per la fotografia e Nicola Piovani per la colonna sonora. Indubbiamente un'opera sontuosa nella confezione e ben al di sopra degli standard televisivi genericamente intesi (specie di quelli degli anni a venire), ma che reca allo stesso tempo i limiti propri di quel tipo di prodotto (la narrazione dilatata per raggiungere la lunghezza programmata, per dire il più evidente). Damiani tornerà a girare per il grande schermo l'anno successivo, con Gioco al massacro. 4/10.

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