Ci sono film che rivisti a distanza d’anni, fanno un po’ sorridere, film che oggi sarebbero improponibili perché il gusto del pubblico, più disincantato e avvezzo a prodotti spesso più crudi e realistici, ambientati in contesti legati alla nostra attualità quotidiana, è davvero molto cambiato.
Resta il fatto che sono opere ancora godibili, genuine nella loro ingenuità un po’ fiabesca ammantata di velata malinconia.
''Il mondo di Suzie Wong'' che vidi la prima volta nella mia infanzia, ha il sapore dell’esotico, tipico di un certo cinema di quegli anni – penso a “La mia geisha”, commedia sulla falsa riga di questo – ambientato a Hong Kong in Cina.
È la storia di un pittore squattrinato, Robert Lomax ex architetto in patria, interpretato da William Olden; attore forse un po’ troppo maturo e ingessato per la parte, Olden rende il suo personaggio accattivante, abbastanza scanzonato e credibile nel suo modo di porsi in un contesto diverso.
L’attrice Nancy Kwan, qui al suo debutto, vinse meritatamente per questo film il Golden Globe Award come miglior esordiente. La sua carriera in seguito deve essere andata un po’ perdendosi, perché non ricordo che abbia lavorato in altri film successivi, e se lo ha fatto, forse io non li ho visti.
L’ incontro di Robert con la giovane, sensuale e affascinante Suzie, ragazza di vita che racconta un sacco di storie fantasiose su sé stessa, per riscattare un’esistenza più dura e difficoltosa di quanto appaia, ha un sapore leggero e un po’ canzonatorio, e il film in effetti ha l’incipit iniziale di una commedia leggera e divertente, ma sul finale virerà in melodramma.
Il pittore inizialmente interessato solo a dipingere, non è in cerca d’avventure facili, affitta in uno dei quartieri più poveri una stanza in un alberghetto fatiscente ed equivoco, con annesso bar frequentato da marinai e cinesine nei loro colorati vestiti tipici che amoreggiano tra un ballo e l’altro, e chiede a Suzie di fargli da modella per i suoi quadri.
All’inizio un po’ reticente, la ragazza accetta e da quest’insolito rapporto non privo di lievi innocenti contrasti, e qualche equivoco divertente, inizia la storia d’amore tra i due personaggi.
In effetti, Suzie ha un fascino notevole e un candore delicato che contrasta con la vita che è costretta a fare, non è una ragazza stupida né ingenua e impara presto a dissimulare nelle situazioni d’imbarazzo per togliersi d’impiccio, come fa nella divertente scenetta al ristorante di lusso, o quando è costretta a confrontarsi con la benestante ragazza americana, figlia di un banchiere, che s’innamora del pittore, e lo aiuta a vendere i suoi quadri.
In questo confronto appena accennato tra cultura orientale e occidentale non viene risparmiata una velata critica priva di reale cattiveria, alla mentalità americana, che osserva e giudica con un po’ di supponenza culture differenti dalla propria, considerate inferiori a priori.
Nel film non manca qualche momento di tensione che si alleggerisce abbastanza in fretta senza drammi eccessivi. Principalmente girato in interni, le scene d’esterni le ho trovate belle e suggestive, con le imbarcazioni tipiche dei pescatori cinesi, le scene di massa al porto e al mercato che attraversano Suzie e Robert.
La scena dell’alluvione causata dalle piogge torrenziali, che travolge il misero quartiere collinare è ricostruita efficacemente e rappresenta il momento più drammatico del film.
In definitiva, un film molto gradevole, certo un po’ datato, anche un poco imprevedibile che non concede tutto al lieto fine.
Una Cenerentola esotica che lascia una vaga traccia amara.
Film da vedere perchè non annoia affatto, dettaglio da non trascurare.
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