Regia di Spencer Susser vedi scheda film
Joseph-Gordon Levitt, un uomo per tutte le stagioni: attore discreto, nulla più, è però capace di passare con disinvoltura dal cinema major a quello indie, da quello commerciale a quello impegnato. Dev'essere scoccata la scintilla tra lui e registi e produttori, poiché ultimamente sta girando film a ritmo continuo. Qui interpreta un vagabondo/sbandato/squatter, non è ben chiaro, con un diavolo per capello e uno scassato furgoncino con cui pompa musica dei Metallica (da cui il logo del film) e dei Motörhead. S'installa in casa di una famiglia composta da padre depresso (si scoprirà poi il motivo), figlio e nonna, sostanzialmente senza venir respinto, e oltre a scroccare cibo e alloggio, sembra aiutarli (a suo modo!) nel loro percorso di crescita e guarigione da ferite familiari. Il film è troppo inverosimile in un contesto che punta sul realismo e la figura di Hesher è troppo negativa per risultare infine positiva, oltre a non avere proprio nulla di carismatico, nemmeno bohémiennamente parlando.
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