Regia di Mike Mills vedi scheda film
Da quello che avevo letto il plot pareva di sicuro interesse, ma la resa dovuta alla piatta e pasticciata regia di Mike Mills, che dà il meglio di sè unicamente nelle sequenze dove, grazie ad un acuto uso di montaggio e voce fuori campo, riesce a catturare certi aspetti del costume della società americana in varie epoche distanti tra loro - gli anni '50 e i giorni nostri - è appena a livello di sufficienza.
I continui salti temporali mal si amalgamano fra di essi e specialmente l'affair tra Ewan McGregor e Melanie Laurent, tutti e due sottotono, appare messo lì solo per fare da contraltare a quella del di lui padre, che fa outing in età avanzata dopo la morte della moglie, malato terminale che prende con filosofia le ultime fasi della propria esistenza.
Ad interpretare questo ruolo c'è l'attore canadese Christopher Plummer, premiato con l'Oscar: è singolare che l'Academy si sia accorta della sua bravura, a dispetto di una carriera ultracinquantennale, solo due stagioni prima con la sua prima nomina con 'The Last Station' a ottant'anni!
Per inciso, nella cinquina dal quale Plummer è risultato vincitore preferivo un altro grande vecchio, Max Von Sydow di 'Molto forte, incredibilmente vicino' ma, tutto sommato, il premio è finito in buone mani.
Voto: 6.
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