Regia di Mike Mills vedi scheda film
Con questo film il suo autore Mike Mills si conferma regista da prendere con le pinze, per nulla omologato, con tante idee in testa da proporre ed un modo di esporle che non lascia di certo indifferenti.
E rispetto al precedente “Thumbsucker” compie evidenti passi in avanti nella realizzazione per quanto ogni tanto giri un po’ a vuoto senza trovare con costanza vie espressive in grado di essere realmente efficaci e non solo fini a se stesse.
Una volta persa la moglie il settantenne Hal Fields (Christopher Plummer) fa outing confessando al figlio Oliver (Ewan McGregor) di essere omosessuale.
Trova un compagno più giovane che lo ama e vive serenamente gli ultimi anni di vita, prima che un tumore ai polmoni se lo porti via.
Oliver si ritrova così solo, incapace da sempre di costruirsi una sua vita affettiva, almeno fino a quando non s’imbatte in Anna (Melanie Laurent) e comincia con lei a provare nuove sensazioni.
Due canali viaggiano parallelamente alternandosi con costanza, ovvero l’ultima parte della vita di Hal e la “nuova” di Oliver ritrovatosi solo con Arthur, un Jack Russell che non ama la solitudine (ci sarebbero poi anche alcuni inserti con Oliver da piccolo).
In questo doppio e concatenato viaggio Mike Mills trova squarci molto promettenti, avvalendosi anche di un trio d’interpreti indovinati, con un Plummer in formissima, premiato con un Oscar, e la coppia formata da McGregor e la Laurent, bella, affiatata e valida come poche altre se ne possono pensare.
Però la costruzione non convince appieno, a momenti stuzzicanti (come le foto che inquadrano le varie epoche) ne seguono altri più aleatori e poco determinanti, ma per fortuna nei continui salti non si rimane mai troppo tempo senza buone nuove.
Toccante il personaggio di Hal, un po’ troppo disarticolata la storia tra Oliver e Anna, così mentre il passato ha quasi solo frangenti molto efficaci, il presente risulta più disconnesso, a suo modo anche accattivante (l’atmosfera ha sempre un non so che di distaccato dalla realtà), ma con troppi dietro front ed uno spirito autoriale non sempre consono alla miglior caratterizzazione dei sentimenti e delle situazioni (che sono sempre in evoluzione).
Rimane comunque un prodotto anomalo ed interessante, con evidenti pregi ed alcune imperfezioni che frenano l’entusiasmo.
Estroverso.
VOTO : 6,5/10.
Considerevoli passi avanti rispetto al suo lavoro precedente, riesce ad essere spesso interessante, per quanto discontinuo e parzialmente velleitario.
Discreto, e per niente facile, ruolo, buono il suo impegno che è sempre estremamente funzionale al soggetto.
Così ancora una volta testimonia di essere un artista poliedrico che sa adeguarsi a storie anche molto diverse.
All'altezza.
Prova di spessore, eccentrico e molto umano, gioca a carte scoperte così come dovrebbe essere sempre nella vita.
Molto bravo e l'Oscar è un premio che in questo caso ha una valenza particolare e sentita.
Sempre molto carina, ma ci mette anche un sorriso ironico ed una presenza tutt'altro che altezzosa tanto da calarsi alla perfezione nel tessuto della storia.
Tutto questo la porta a ben figurare, per me è tra le attrici più meritevoli della sua generazione.
E' il giovane compagno di Hal.
Discretamente efficace.
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