Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film
Il progetto di Bryan Singer e Matthew Vaughn per rifondare gli X-Men non passa dagli effetti speciali, relativamente poveri, e nemmeno dall’ambientazione anni 60, di certo poco sontuosa, bensì scommette sulle dinamiche relazionali, con al centro il rapporto tra Erik e Charles. Il futuro Magneto, reduce dai lager, va a caccia di nazisti, il futuro Prof. X fa carriera accademica ed è cooptato dalla Cia per fermare un gruppo di terroristi mutanti, l’Hellfire Club. Spettro della Guerra Fredda il primo, apostolo della tolleranza il secondo, i due hanno in comune la mutazione genetica e, con l’aiuto del governo Usa, trovano molti altri giovani come loro. Per Charles dovranno imparare a vivere tra gli umani, per Erik invece la diversità va sfoggiata con fierezza. Divisa tra i due, Raven può cambiare aspetto ma desidera farsi accettare per quella che è: una ragazza dalla pelle squamosa e blu. Poi certo, ci sono anche i cattivi, la crisi missilistica di Cuba e molti camei (Hugh Jackman e Rebecca Romijn e pure Ray Wise e Michael Ironside), ma il cuore del film è nel confronto dialettico tra i protagonisti. Pur se la sceneggiatura andava limata ulteriormente (sia per la durata sia per alcune infelici battute), è efficace la presentazione dei numerosi personaggi (in particolare convincono Fassbender e la Jones) che prepara la strada ai prossimi capitoli. Per gli X-Men è davvero un nuovo inizio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta