Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film
Le origini degli X-Men, il primo incontro tra il telepate Charles Xavier ed Eric Lehnsherr, il futuro Magneto, la nascita del sodalizio tra quest'ultimo e la trasformista Mystique, la storia segreta di come un gruppetto di mutanti abbia sventato nei primi anni '60 una crisi nucleare tra USA e URSS, innescata dalle trame del malvagio Sebastian Shaw. Valido prequel della saga dei mutanti Marvel, già portata sul grande schermo da Bryan Singer, Brett Ratner e Gavin Hood. Questa volta la regia viene affidata ad uno dei nomi più interessanti degli ultimi anni, Matthew Vaughn, già segnalatosi con il fantasy "Stardust" e con il (quasi) capolavoro "Kick-Ass" (anch'esso tratto da un comic della Marvel): il regista inglese (anche noto alle cronache rosa per essere il marito della ex-supermodella Claudia Schiffer), dotato di notevole talento visivo e di bella forza espressiva, dirige una pellicola davvero convincente che, se da un lato paga la presenza di troppi buchi di sceneggiatura e la ripetitività di un soggetto ormai fin troppo abusato (il razzismo degli "umani" nei confronti dei mutanti, metafora dell'emarginazione dei cosiddetti "diversi" nella nostra società), dall'altro lato avvince con ottimi effetti speciali, personaggi ben caratterizzati psicologicamente, una sottile ironia diffusa lungo tutta la durata del film. Valido anche il giovane cast, nonostante (o forse proprio perché) privo di grandi nomi di richiamo (ma con Hugh Jackman e Rebecca Romjin che compaiono in sfiziosi cameo): James McAvoy è uno degli attori più interessanti della sua generazione (anche se, in questo caso, non molto credibile nella versione giovane, scapestrata e... capellona dell'anziano, compassato e totalmente calvo dottor Xavier), il tedesco e aitante Michael Fassbender rende finalmente giustizia ad un Magneto che nelle pellicole precedenti era stato interpretato dal bravissimo ma troppo in là con gli anni e gracilino Ian MacKellen, davvero eccellente Kevin Bacon nel ruolo di un odiosissimo e perfido villain, ottima come sempre Rose Byrne e mediamente bravi tutti gli altri, tra i quali si segnalano una January Jones terribilmente sexy in abitini vintage anni '60 e la curiosità di Zoe Kravitz, figlia del cantante Lenny Kravitz e dell'attrice Lisa Bonet. Nell'insieme un buon film: voto positivo.
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