Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film
Film Marvel maturo e per certi versi sorprendente, l'ultimo capitolo sulle gesta degli Xmen e' in realta' un prequel con diversi pregi e pochi difetti.
Tra i primi quello di una solida sceneggiatura che non si limita a fare da raccordo esemplare alle gesta dei supereroi di oggi, ma ha in piu' l'abilita' (per nulla scontata in un blockbuster del genere) di inserirsi in almeno due periodi storici molto delicati per gli equilibri e gli assetti delle alleanze fra stati e superpotenze. Un efficace incipit in piena dittatura nazista, durante una deportazione, in cui un giovane futuro Magneto scopre a caro prezzo le origini delle sue doti soprannaturali. Poi l'ambientazione ad inizio anni sessanta, epoca di spionaggio, guerra fredda, missili su Cuba e Baia dei Porci dove viene ambientata (o cosi' si intuisce almeno) la battaglia finale in cui gli Xmen sventano un terzo conflitto mondiale.
Un contesto storico dunque molto impegnato e certo insolito, che conferisce al film uno spessore che certamente mancava nello spin-off su Wolverine ma anche nei primi film di Brian Singer.
Quello che forse stona un po' sono alcuni (o forse tutti) i giovani mutanti, rappresentati come bei fighetti trandy o come calde lolite cubiste, entrambi sbucati senza autorizzazione da un tamarro set di Fast and Furious 5 o 6....
Di Matthew Vaughn avevo apprezzato l'esordio con The pusher (con Daniel Craig), ora cerchero' di recuperare Kick-Ass dopo questa positiva esperienza. Intenso come sempre fino ad oggi James McAvoy, tra i migliori attori sulla piazza della sua generazione, che rende alla perfezione uno Xavier giovane e gia' brillante, dotato della mutazione meno appariscente ma piu' impegnativa: leggere nelle menti altrui. Fassbender e' il giovane Magneto, sempre piu' simile al primo Lawrence Olivier (almeno d'aspetto) e ormai a pochi passi dal traguardo per essere divo: speriamo non sia una condanna.
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