Regia di Michael Crichton vedi scheda film
Cosa serve per fare un film di fantascienza come si deve? Cervello e fantasia; sono i migliori e più economici surrogati di qualsiasi effetto speciale. Bastano così, poche lucine e qualche ecografo in disuso per simulare un intero parco divertimenti robotizzato. Come? Lasciando fare tutto alla suggestione, inducendo lo spettatore, come il turista del parco, a considerare robot e persone come indistinguibili, fatte salve poche regole che permettano, se proprio si deve, di separare gli uni dalle altre. Premesso questo, potete entrare nel futuristico parco divertimenti di Delos strutturato in tre moduli che permettono di visitare il far west, la vecchia Roma o il nostalgico medioevo. Tanto futuristico che dall'uscita del film, quasi quarant'anni fa, le tecnologie per realizzarlo sono tutt'ora una pura utopia e probabilmente anche per questo la pellicola conserva tutt'oggi intatta la sua suggestione e freschezza. L'incubo cibernetico per eccellenza, la rivolta della macchina contro l'uomo prende forma nella sua messa in scena più nota, attraverso un cult che non può mancare nella cineteca di nessun cinefilo. Yul Brynner cita se stesso in chiave antipodale, incarnando i panni del cattivo con gli stessi vestiti del buono dei magnifici sette; l'orrore ha l'anima di un calcolatore e forma umana. Innumerevoli citazioni e tentativi d'imitazione fanno di questo prodotto una pietra angolare del genere. Consigliatissimo ad ogni tipo di spettatore, si guarda con piacere e fluidità nonostante gli anni potrebbero indurre a pensare il contrario. Voto: 9,5/10.
Esordio fulminante.
Grandioso, come sempre.
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