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ESP. Fenomeni paranormali

Regia di The Vicious Brothers vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su ESP. Fenomeni paranormali

di amandagriss
6 stelle

Non stuzzicare il fantasma che dorme. È quello che avrebbero dovuto fare i componenti di una troupe televisiva che, sulla scia dei tanto in voga reality show (veri come la finzione), hanno pensato bene di autoinvestirsi del titolo di 'massimi esperti in manifestazioni paranormali' e, messo su un programma tv a puntate ad hoc, dedicare ogni episodio ad un particolare luogo dell'America a cui la credenza popolare attribuisce la presenza di fantasmi. Documentando il tutto sul campo con l'apporto di videocamere a mano, telecamere fisse, computers, speciali macchine fotografiche, rivelatori di voci dall’aldilà e sofisticati attrezzi del mestiere in grado di evidenziare “energia intelligente” non umana.
Stavolta tocca al dismesso ospedale psichiatrico nel Maryland, manicomio-discarica di coloro che in passato furono ritenuti presenze imbarazzanti per le proprie famiglie e la comunità tutta: dimenticati prigionieri dentro invalicabili mura, ammassati in anguste stanze o persi a vagar in interminabili corridoi e sotterranei infernali, ambienti così remoti dalla realtà e così tanto claustrofobici da riuscire a soffocare, fino a dileguarle nell’aria viziata e stantìa, le loro urla strazianti. Di cui nessuno avrebbe mai saputo nulla o quasi. Corpi e anime marcescenti, abbandonati a se stessi, mortificati umiliati e torturati per il resto dei loro giorni.
I rampanti giovinastri del tubo catodico, scettici fino al midollo, inseguendo lo scoop sensazionale che aprirà loro le porte del successo trasformandoli nei nuovi eroi del piccolo schermo, si barcamenano tra vere e soprattutto fasulle testimonianze (sfacciatamente estorte dietro compenso) riguardo agli avvistamenti in loco di entità ectoplasmatiche e, supportati da un sedicente medium, che dovrebbe fungere da garanzia certificata, decidono di farsi rinchiudere un'intera notte nel sinistro edificio, giusto per rendere più speziato e avvincente il reportage, con l'accordo che alle h 6,00 del mattino seguente il custode dello stabile sopraggiungerà a liberarli. Ma l'audace colpo di questi aspiranti noti subirà inaspettati terribili stravolgimenti tali da indurli a rivedere le proprie opportunistiche convinzioni e, tra il disperato coraggio e la paralizzante paura, ad affrontare, loro malgrado, le tanto invocate (ferocissime/incazzatissime) presenze paranormali.
Passato al Tribeca Film Festival, Grave Encounters (da noi Esp) dei canadesi fratelli Vicious è l'ennesima variante del finto documentario o mockumentary horror a tema, recente filone cinematografico piuttosto prolifico (The Blair Witch Project -streghe-, [Rec] -zombi della porta accanto, variante virale dello zombi classico-, Il IV tipo -alieni-, il blockbuster pseudo low-fi Cloverfield -giganteschi mostri distruttori-, Paranormal Activity -infestatori casalinghi-, L'ultimo esorcismo -possessione demoniaca-) che, volgendo a proprio favore la penuria di mezzi, attraverso una messa in scena volutamente scarna, minimale, priva di orpelli e look patinato, cerca di aderire alla realtà e, di conseguenza, rincorrere una paura più autentica così da assicurarsi una maggiore partecipazione emotiva dello spettatore e quindi un maggiore genuino spavento.
ESP è un film dalle mille risorse, sorprendente contro ogni aspettativa. A partire dalla descrizione felicemente umoristica dei caratteri e delle situazioni: i nostri maghi in “apparizioni spettrali”, forti di una costruzione televisiva senza sbavature, fiore all’occhiello di parecchi real-tv (infatti la sigla del loro show è efficacissima), a conti fatti, si rivelano goffi apprendisti stregoni che nella loro ingenua idiozia credono basti pregare/implorare uno spirito perché si palesi in quel preciso istante, pretenderlo con gentilezza o domandar loro, come di tradizione, di “battere un colpo”. S’immergono nel ruolo di acchiappafantasmi con tutta la convinzione possibile, caricandosi di una seriosa fittizia enfasi davvero imbarazzante per quant’è ridicola, fino a farsi indubbiamente autentica quando il quadro attorno muta radicalmente e inesorabilmente. Ecco allora che si cambia registro: abbandonati i toni leggeri divertiti e sbeffeggianti, la nostra troupe d’assalto si rimbocca le maniche e vive sulla propria pelle l’impensabile, facendo suo l'immancabile cinico imperativo tipico di chi vi è dentro fino al collo, e oltre. Riecheggia assordante quella frase magica e diabolica, 'the show must go on', mantenuta fino all'estremo, perché l’importante è, sempre e comunque, documentare, anche in fin di vita.
Pellicola entusiasmante per le notevoli intuizioni che fanno capolino nell’ultima concitata mezz’ora, conferendole la giusta decisiva sterzata capace di salvarla dall'irritante già visto, dalla noia (costantemente al varco) e dalla lenta e piatta ripetitività di una storia che, dopo una briosa partenza, sembrava destinata a concludersi molto ben prima dei titoli di coda visto l’andamento irrimediabilmente fiacco. Riprende invece ritmo e agilità, evolvendosi in un racconto non certo originale ma lucido, intelligente e coerente, volto a rivelare un sottotesto interessante ed inquietante insieme, dove le buone dinamiche assassine (fuori quadro, per solleticare l’immaginazione) si dividono la scena con altri elementi di gran lunga più spaventosi. Da una dimensione reale si piomba in una dimensione parallela terrorizzante. Si sprofonda in un incubo che molto da vicino ricorda l’universo dylandoghiano, dove il confine tra la realtà fisica e quella soprannaturale è talmente labile da scomparire del tutto. Saltano le coordinate spazio-temporali così da mettere in seria difficoltà i nostri poveri gladiatori della tv verità, costretti a vagare senza meta tra deformati-dilatati-infiniti labirinti di ferro e cemento, richiamo alle contorte spirali della mente, in particolare di quelle menti alterate, gravemente provate e prive di pace, che un tempo, in quelle stesse cavità infernali, vi dimorarono fino a crepare. I nostri beniamini del paranormale oramai non sono che animali in gabbia, condannati all’eterna oscurità, facili prede in balìa della volontà (vendicativa) dei loro ospiti dannati. Ineluttabilmente destinati alla medesima terribile sorte di chi li ha preceduti, sacrificati sull’altare della follia, senza poter più uscirne vivi.  
3 stellette 1/2

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