Regia di Glenn Ficarra, John Requa vedi scheda film
Capita che una sera un animale lento di piede e di comprendonio e un folletto dispettoso vogliano organizzare una serata diversa dalle altre.
Capita che vai a vedere un film a cui al massimo daresti quattro stelle ma con annessa tutta la serata passata a ridere e scherzare partendo dalle battutacce di cui il film è ricco diventa idealmente un film da cinque stelle e lode.
Capita di andare a vedere un film di cui hai ignorato persino il trailer solo perchè nel multiplex della porta accanto che sei praticamente obbligato a frequentare per meri motivi logisitici, tutto il resto della programmazione lo hai già visto e il resto lo reputi( a ragione) inguardabile.
Capita che vai a vedere questo film con un amico che non hai tante occasioni di vedere nonostante ci sei a contatto continuamente e conoscendo il suo sense of humour speri solo che il film fornisca materiale sufficiente per ricamarci e riderci sopra.
Capita che lui si presenta con una maglietta con la bandiera greca e io gli suggerisco di aggiungere sul davanti la scritta " Io non sono in default".
Capita anche che alla biglietteria quando mi giro appena dopo aver fatto il biglietto quasi spappolo la carotide a una vecchia che stava proprio dietro di me,non rendendomene conto a tal punto che chiedo al mio amico
" Ma che ho centrato la vecchia? ".
E lui " Si e se le causavi una lesione permanente te davano pure un sacco de punti"
E capita pure che il film comincia improvvisamente mentre noi stiamo ancora chiacchierando con un'inquadratura di piedi e di scarpe come in Bianca di Nanni Moretti e noi credevamo che era una pubblicità.
E' apparso di nascosto, ancor prima che si abbassassero le luci.
Non ricordo di aver versato tante lacrime per un film: forse non succedeva dai tempi della terza visione di Catene di Matarazzo oppure era la prima di Love Story che giusto a vedere Ryan O' Neal di spalle grondavo calde lacrime quando nella stessa frase metteva Beethoveen e Rolling Stones...forse perchè non mi piacciono gli Stones...
In questo pazzo stupido amore si parte con una cena tra due fortysomething in cerca di emozioni che scivola subito nella tragedia allorchè lei invece di ordinare il dolce ordina un divorzio.E lui per un attimo lo cerca anche nel menù.
Poi tornano assieme a casa con lei che gli racconta tutto e lui che, invece di cacciarla a pedate dalla macchina magari anche riempiendola di schiaffoni come farebbe il 99 % dei maschi, si butta dallo sportello della macchina per non stare a sentire dettagli sulle modalità di cornificazione.
La crisi del venticinquesimo anno?
Oppure è una scappatella con impiegato piacione che ha la faccia e le rughe di Kevin Bacon ?
Si sa l'occasione fa l'uomo ladro e pare che pure la donna è fatta ladra da tali occasioni.
A Requa e Ficarra però non basta: c'è pure tutta una serie di amori inconfessati a catena da un tredicenne precoce per una babysitter in calore per un altro e non per lui, fino ad arrivare al tranquillo padre di famiglia , così giusto per scavallare le generazioni.
Il vero amore intergenerazionale.
In poche sequenze è distrutto tutto il moralismo di facciata che è il primo e unico comandamento dell'attitudine del perfetto WASP. Una scorrettezza che mi ha ricordato quella dell'inizio carriera dei fratelli Farrelly,diciamo almeno fino a Tutti pazzi per Mary. Poi sono diventati buoni pure loro. Ecco, io spero che Hollywwod o chi per lei ci conservi così cattivi e scorretti Requa e Ficarra.
Ritornando all'inizio appare chiaro che l'uomo è omo e in quanto tale deve puzza' per cui il nostro eroe cornificato Cal si dà alla paranoia alcolica, bevendo con la cannuccia ( visione orrenda) la sua vodka ai mirtilli che scorre come un fiume insanguinato nel suo fegato spappolato e cercando di spargere ai quattro venti tutta la sua frustrazione di omo cornuto e mazziato con l'orgoglio spiaccicato come una cacchetta di mosca su un parabrezza.
Non si è manco accorto che non sta in un bar ma in un giacimento inesauribile di gnocca e per svegliarlo dal coma ormonale irreversibile in cui si trova ci vuole la conoscenza col superfigo Jacob, che gli fa da maestro di vita. Cambio di abbigliamento, vestitino a vari strati con pulloverino, camicina col collo stretto per non far vedere la pappagorgia, capello un pò smosso per non far sembrare Carell un frigorifero con sopra montata una televisione/capoccia a 26 pollici in 16/9, mocassino a strozzare i piedi per dargli un'andatura più sincopata stile hip hop e soprattutto giornate in sauna a sventolargli in faccia lo sbarabaus(che Jacob chiama schwanzoc) per svariati minuti giusto per fare un test sulla sua omosessualità latente.
Cal entra nella parte e finalmente riesce a dare sfogo ai suoi ormoni repressi con la maestrina sexy Marisa Tomei che all'alba dei suoi 47 anni sta tirata meglio di due palestrate da 24 anni.Complimenti al suo personal trainer.
E , introdotti i personaggi principali, c'è la sequenza cult del film:una scena a tre , quasi a quattro con Carell, Moore, Tomei e un asshole sulla lavagna praticamente in 3 D per come anima la scena in cui la maestrina spiega al genitore di un bambino talmente precoce che ha riadattato al nuovo millennio la Lettera Scarlatta dando un altro significato a quella A marchiata a fuoco(si fa per dire) sul petto, che cosa si fa e che cosa non si fa quando si va a rimediare gnocca gratis al bar più cool della città.
Ma non è giusto raccontare oltre del film: due ore piene con talmente tanti twists di sceneggiatura che quasi ti gira la testa oltre che ti si sloga la mascella per il ridere.
E' vero ci sono anche delle pause in cui sembra di avventurarsi nelle secche della commedia sentimentale ,quella floscia classica hollywwodiana per i cuori semplici che si accontentano di poco, con i buoni sentimenti sparati a mitraglia sullo spettatore. Eppure anche in questi momenti c'è qualcosa che ti intriga perchè la cattiveria è sempre dietro l'angolo.Sembra che il film si sia incanalato nel buonismo dilagante e invece Requa e Ficarra ci stanno prendendo solo per i fondelli.
Il mio amico e io non ce la facciamo più: le poltrone basculanti del multiplex sono ormai esauste e la vecchia che avevo quasi ucciso alla biglietteria ce l'hanno piazzata proprio davanti. Ogni tanto si rigira con uno sguardo che manco la zingara di Drag me to hell perchè si sta parlando,più che altro da vecchie comari si sta ancora commentando e ridendo sulle battute precendenti.
E mentre la vecchia mi guarda col fuoco negli occhi io cerco le chiavi che ho in tasca.
Gli altri se ne vanno e noi restiamo allo scorrere dei titoli di coda ,vogliamo sapere come si chiamava l'attrice che interpretava Jessica,babysitter diciassettenne ossuta e con troppi angoli retti che però a parte gli sportelli aperti ai lati del cranio ci garba assai, pensiamo al regalo che ha fatto a Robbie(il tredicenne) per passare i lunghi anni del liceo con un pensiero fisso in testa.
Liceo che probabilmente a causa di quel regalo il buon Robbie lo terminerà con qualche anno in più e svariate diottrie in meno.
L'ultimo sberleffo al moralismo benpensante.
I titoli di coda sono terminati, la ragazza dello staff del multiplex controlla se è tutto in ordine.
Sono quasi le 11. Il mio amico è ancora seduto.
"A Fra' c'hai fame? se s'annamo a fa' due arrosticini da Gabriele?Gli telefono per sentire se è ancora aperto?".
Lampur annuisce.
E'una degna chiusura di serata, tra una chiacchiera, un frizzo e parecchi lazzi a ripensare ancora al film.
E quando il folletto dispettoso ritornerà da queste parti la serata al multiplex è assicurata, sempre che commettano di nuovo l'errore di farci entrare assieme....
perfetta
perfetta
adeguato
ingessata
perfetto maestro di seduzione
sexy
maro'!!!!
rugoso
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