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Drive

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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La recensione su Drive

di cheftony
8 stelle

"Tu che cosa fai?"
"Guido."

Un talentuoso pilota senza nome (Ryan Gosling), costantemente apostrofato come "Ehi, ragazzo!" o "Campione!", apparso dal nulla a Los Angeles da qualche anno, lavora come meccanico nell'officina di Shannon (Bryan Cranston), fa lo stuntman in produzioni cinematografiche e qualche notte ogni tanto si trasforma in autista su commissione per criminali in fuga.
Proprio mentre la sua vita nell'anonimato sembra indirizzarsi verso una svolta con un ingaggio come pilota NASCAR da parte di un boss, Bernie Rose (Albert Brooks), tutto si complica quando comincia a conoscere e sostenere una propria condomina, la giovane Irene (Carey Mulligan), con figlio piccolo a carico e marito in procinto di scarcerazione.
Quando Standard (Oscar Isaac), il marito in questione, esce di galera, il pilota cerca di proseguire la sua opera buona per aiutare quella famiglia, mettendosi a disposizione di Standard come autista per un'ultima rapina per ripianare i suoi debiti con un piccolo boss locale, ma dovrà passare parecchio sangue sotto i ponti...

Piccola premessa: è il primo film che vedo di Nicolas Winding Refn. Non ho visto né Bronson, Valhalla Rising, né la sua trilogia thriller danese Pusher, quindi non conosco affatto le sue caratteristiche, ma una cosa salta all'occhio: il 42enne da Copenhagen sa il fatto suo! Movimenti di macchina, inquadrature, scelte dei tempi e anche qualche sprazzo di autocompiacimento in ralenti non troppo funzionali rivelano una mano sicura e da tenere d'occhio.
Ciò detto, Drive, buon successo dello scorso inverno, non è tutta farina del suo sacco, com'è logico, essendo tratto da un romanzo di James Sallis e sceneggiato dall'iraniano Hossein Amini, a cui andrà pur riconosciuto qualche merito. Il film vive di una storia ricca di particolarità narrata per mezzo di un'impostazione per certi versi rigida, priva di flashback, flussi di coscienza, voci fuori campo, parallelismi o espedienti simili; ci viene presentato immediatamente un personaggio senza passato e senza futuro, molto silenzioso, dalla morale incerta, pronto a prendersi cura non solo della donna di cui si è innamorato ma anche del marito (ex-)delinquente, nonché a trasformarsi per necessità in un individuo spietato e dotato di una perizia omicida fuori dal comune. Ma di lui e dei suoi sentimenti, in fondo, nulla è dato sapere.

Non mi stupisce si sia parlato molto della vena gore che inonda letteralmente la seconda parte del film, visto che la piega cruenta presa non può che stupire per il suo sopraggiungere repentino e per l'immediatezza nell'efficacia, mentre si potrebbe discutere a volontà su quanto potesse in effetti essere opportuno o meno abbondare così con la violenza e non se ne verrebbe a capo con una sentenza obiettiva. Non strabiliante ma comunque rimarchevole la prova recitativa della giovane certezza Ryan Gosling, poco giustamente accusato di inespressività in questo film, che dà vita ad un personaggio anomalo con una recitazione "quadrata", essenziale, fatta effettivamente di poche espressioni (ma poche sono, d'altronde, le emozioni da tradire) e molta gestualità fine.
Se da un lato non trovo assolutamente penalizzante l'impossibilità di catalogare Drive in un preciso genere o sottogenere, dall'altra qualche piccola nota di demerito c'è, a cominciare dai titoli di testa e di coda in un orripilante rosa shocking e concludendo con una colonna sonora, a cura quasi esclusiva dell'affermato batterista Cliff Martinez, componente fra l'altro dei primissimi Red Hot Chili Peppers, che non mi ha entusiasmato.
Credo ci sia poco altro da dire, se non che quello di Refn può essere un nome da segnarsi anche per il prossimo Only God Forgives (Gosling ancora protagonista, peraltro), in uscita nel 2013, e che Drive non rivoluzionerà certo il cinema, ma si staglia nettamente nel panorama attuale come prodotto hollywoodiano provvisto di una certa originalità ad accompagnare il talento degli esecutori coinvolti; il che, di questi tempi, non mi sembra poco.

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