Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
Drive è testosterone a quattro ruote motrici.
E'il fischiare delle gomme che girano troppo velocemente alle curve,è quel sottile filo di fumo che esce dai generosi tubi di scappamento, è il brusio delle voci dell'autoradio che fanno sovrapporre la cronaca della partita di basket con quelle della polizia che sta cercando una( LA) macchina.
E'un ragazzo che guida con i guanti e uno stecchino al lato della bocca,di poche parole e che concede solo 5 minuti.
Il resto non gli importa.
Drive è una sequenza d'apertura magnifica,un inseguimento notturno con fermate, retromarce e deviazioni che è come un rap sincopato dei Beastie Boys.
Refn fa l'americano e ci riesce benissimo ma non fa troppe concessioni al compromesso.
Si prostra davanti ai padri del noir moderno e gira un film che non sfigurerebbe nella filmografia di Mann, di Friedkin o di Walter Hill di cui quasi mutua anche il titolo( oltre al personaggio principale senza nome).
Ma non dimentica neanche il suo passato infarcendo il film di copiosi fiotti di sangue e di una violenza nichilista che hanno pochi eguali al di là dell'oceano.
I personaggi di questo film sono angeli strappati dal cielo o demoni che sono riusciti a risalire dagli abissi.
Non ci sono mezze misure.
Facce patibolari come quelle di Ron Perlman o anche quelle di un appesantito Albert Brooks sembrano il negativo fotografico del volutamente inespressivo di Gosling e del volto carico di antica tristezza della sempre più convincente Carey Mulligan.
Drive è un film ostentamente fuori moda, sembra catturare un'istantanea del passato e la ripropone senza trucchi o aggiornamenti nel presente.
E'un film laconico, notturno che vive del suo silenzio e dei suoi coni d'ombra.
La città degli angeli con milioni di finestre illuminate non è mai stata così minacciosa eppure ogni sua strada vale la pena di essere percorsa fino in fondo.
Drive ha come protagonista un eroe romantico, l'ultimo del suo genere.
Solo la strada potrà essere la sua bara.
regia di grande impatto visivo
volutamente inespressivo
volto carico di antica tristezza
faccia patibolare
efficace in poco più di un cameo
appesantito ma letale
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